Iniziamo da Twitter. Devi spiegarmi una cosa: segui 10 giocatori ma non Szczęsny…
“E’ una domanda difficile, forse in fin dei conti non sei così interessante. A essere sincero non uso molto Twitter. A volte accedo per postare delle foto, ma uso più Instagram”.
Lascia che ti ripeta la domanda: segui 10 giocatori della Roma, non Szczęsny. Segui Lobonţ, ma non Szczęsny…“No, Lobonţ non lo seguo”.
Non lo seguo neanche io, quindi va bene. Sei molto attivo sui social networtk, ti piacciono? “Mi piace interagire con i fan, vedere le reazioni alle foto”.
Ci comunichi davvero? “Leggo le reazioni, è divertente. Ci sono anche cose negative: non credo di piacere molto ai tifosi avversari, sai?”
Quando giochi male e sai che le persone ti daranno addosso o quando perdiamo una partita, leggi lo stesso i commenti? “Quando perdiamo non posto foto. O perlomeno, non tante”.
Rispondi mai ai tifosi quando ti insultano o dicono qualcosa di negativo? “A volte è più semplice cancellarli, no? Se esagerano, sì, possono criticare come gioco o come sono, ma se dicono che mia madre deve morire blocco e non loeggo più”.
Dovresti segnalarli! Cancellare non è sufficiente.
Hai postato una foto del tuo cane su Instagram. Che cane è? Sembra un piccolo topo o è un cane? “Sì che è un cane, è il mio migliore amico, non parlare male di lui. Ecco perché non ti seguo su Twitter, non sei mio amico!”.
Che razza è? “Non saprei, dovrei controllare”.
È il tuo migliore amico e non sai neanche di che razza è? “È un Pomerania”.
Ok, ma come può un aggressivo Rottweiler come te vivere nella stessa casa di un cane così piccolo e docile? Andate d’accordo? “All’inizio era per la mia ragazza, lo voleva e l’abbiamo preso”.
Ora sappiamo chi comanda in casa! “Come potete vedere… è semplice portarlo in giro, la mia ragazza va spesso in Olanda e può portarlo con sé, coi cani grandi è impossibile”.
Fino a 8 chili giusto? “Sì, mi sembra di sì. Il mio pesa 2 chili, non c’è problema”.
In famiglia abbiamo un cane di 7,5 chili, e quando mangia troppo non possiamo portarlo con noi. “Quindi nei giorni precedenti non lo fate mangiare…”.
Esatto, non mangia nulla. E quando lo portiamo in aereo è come se fosse morto. Sul campo sei aggressivo e competitivo, da dove deriva questa indole? “Da quando ero piccolo odio perdere, ma questo credo sia valido per tutti, tutti odiano perdere. Alcuni lo esternano di più col linguaggio del corpo e io sono uno di quelli, quando perdiamo, la mia espressione è terribile e mi criticano per questo. Se vinciamo, al contrario, alla gente piace”.
Anche quando vinciamo la tua espressione è terribile… “No! Se vinciamo riesco anche a ridere!”
Sì, ma quando ridi è ancora peggio… “Tu e il tuo maledetto show, non ci torno più!”
Succede lo stesso con me. Per me vincere è normale, ma odio perdere. “Alcuni giocatori lo fanno vedere attraverso l’espressione”.
Questa domanda non è un granché, ma non l’ho scritta io. Puoi dirmi cos’hai detto esattamente a Džeko prima di segnare il gol contro la Lazio? Gli hai urlato “lasciami il pallone o qualcosa del genere? “Non lo so, davvero”.
Gli hai fatto “buh!”? “Non mi ricordo, forse gli ho detto no. Devo avergli urlato qualcosa, dovrei rivedere le immagini”.
Hai urlato qualcosa anche a Wallace? Gli hai detto “dammi il pallone!”? “No, no”.
Perché è sembrato molto gentile nei tuoi confronti, te l’ha quasi data… “Non lo so, davvero. Non voglio parlare della Lazio perché non vorrei che sui social…”
Volevo solo che tu fossi gentile nei suoi confronti come lui lo è stato nei tuoi, dopotutto ti ha passato il pallone… “Ho semplicemente recuperato palla sul suo errore . Non ricordo cosa ho detto a Edin, ma ha capito che in quel momento doveva lasciarmi la palla. C’è stata un’ottima intesa”.
È stato il tuo primo gol in casa dopo due anni, no? “Alcuni tifosi mi hanno scritto che erano passati una cosa come 300 giorni”.
300? “No, di più, forse 900”.
Non è stata una brutta partita per tornare a segnare, giusto? Cos’hai fatto con la maglia della partita? L’hai tenuta o l’hai data via? “L’ho regalata alla famiglia”.
Che bravo ragazzo di famiglia… di solito tieni le magliette o le regali ai tifosi? “A volte le scambio, a volte le regalo ai tifosi e altre ai familiari”.
Se giochi contro avversari forti, immagino tu la voglia scambiare… “Sì, anche se non sono il tipo di persona che va a chiedere la maglia”.
So cosa intendi… “Non mi piace quando chiedi la maglia e ti dicono no”.
A volte penso “vorrei davvero quella maglia”, ma poi… “Ma lo stesso vale per i miei compagni, a volte vuoi una maglietta, ma quando ti rispondono di no non è molto bello. Ti inc***i”.
Attenzione, ha detto una parolaccia nel nostro show!
Ti hanno soprannominato “la lavatrice”, tu la usi o qualcuno lo fa per te? “L’ho usata molto in passato”.
Intendo ora. Kevin Strootman, sei tu a fare la lavatrice? “No, qui in Italia non la faccio molto spesso”.
Io la faccio, ad esempio. Anche se qualcosa non ha un buon odore. Probabilmente sbaglio qualcosa, ma ci provo. “Devi parlare con qualcuno, perché altrimenti…”
Abbiamo la donna delle pulizie, ma… “Non è brava?”.
Sì, è brava, ma viene solo una volta alla settimana. “Non riescono a comunicare, forse…”.
Per favore, tagliate questo pezzo altrimenti inizierà a rubarmi le cose! È molto brava, mi piace molto.
Questa domanda non è formulata bene e va riscritta. Quando si parla di chi sia il portiere più forte… sappiamo che è Szczęsny. Dovrebbe iniziare così, ma io sono una persona umile. Ma vorrei farti un’altra domanda: van Basten o Gullit? “È molto difficile”.
Devi giocare la finale di Coppa del Mondo domani e puoi sceglierne solo uno per la tua squadra. Io direi subito “van Basten”, non ci penserei nemmeno… “Sono due leggende. Direi van Basten. Segnerebbe sicuramente”.
I dreadlock di Gullit o la cresta di Radja? “Credo che nessuna delle due acconciature mi starebbe bene”.
Se dovessi sceglierne una? “Non lo so”.
È difficile farsi i dread quindi devi scegliere per forza la cresta di Radja. “Sì, penso sia più veloce da fare. Ci metterei due anni a farmi crescere i dread, forse di più Meglio la cresta, direi”.
Visto che sei olandese, ti faccio questa domanda: sappiamo tutti cosa è permesso fare in olanda, hai mai provato a… (fa il gesto del fumare, ndr)… “No, mai”.
Se dici di sì, lo tagliamo… “No, alcuni amici hanno provato, e io ero accanto a loro, ma non l’ho mai voluto fare”.
Inoltre qui abbiamo delle luci rosse che potrebbero ricordare quelle del famoso quartiere… non hai mai fatto neanche quello, vero? “No”.
Ok, grazie. Ci sono stato, mi sono guardato intorno e ho pensato “bello, bello”, ma non avevo soldi in quel momento. No, dai, non lo farei neanche ora… “Se ci andassi adesso?”
No, no, ma che domande mi fai? “Non ti seguo su Twitter, quindi…”
Ho lasciato l’anno in spogliatoio… volevo dirti che sono sposato!
Hai tatuaggi? “Ne ho uno qui sul braccio”.
Ah, sì? “Non l’hai mai notato?”
No, solitamente non guardo l’interno del braccio. Anche se ne avessi uno sul sedere non lo saprei perché non ti guardo. Se dovessi farti il tatuaggio che ha Radja sul collo per poter vincere lo scudetto lo faresti? Non piccolo, ma come quello di Radja.
“Non è il mio stile…”
Ti do un consiglio: dì di sì! “Non è il mio stile, ci vorrebbe tempo per farlo perché è molto grande, ma per lo scudetto lo farei. Dopo lo scudetto magari lo cancellerei… come si chiama quella cosa…”
Potresti fartelo all’henné… “Sì, esatto, intendevo quello”.
Ho un’altra domanda per te. Puoi cantarci qualcosa? Dobbiamo far impennare gli ascolti perché è stato un po’ noioso. “Non sono il tipo”.
Sei un ragazzo simpatico, professionale, ma rispondi sempre… “Mi hai chiesto tu di venire qui!”
Dai sempre la risposta giusta, vogliamo che sia divertente, balla! “Cosa dovrei dire? Che mi sono fatto degli spinelli, che sono andato a prostitute? Che odio il mio cane?”
Sì, è lo spirito dello show! “Che mi farei il tatuaggio e che ne ho uno qui? No, non funziona così”.
Ultima domanda: se dovessi scegliere una parola per descrivere Szczęsny, che parola sceglieresti? Pensaci bene. “Solo una parola?”
Solo una parola. Non un’espressione o una frase per dire quanto Szczęsny sia fantastico. Ma solo una parola… potresti dire “fantastico, ma devi scegliere tu. “Direi capelli”.
Con tutte le qualità che ho… “No, ma non mi interessano. Dopo la partita, durante l’intervista, ho detto che eri stato bravo perché eri lì vicino. Posso dirlo nel tuo show?”.
Quindi ti piacciono i miei capelli? “Sì, ma sei così fastidioso quando si tratta dei tuoi capelli…”
È vero, lo sono. Potresti dire “perfezionista” per descrivermi. “No, direi sempre i capelli, poi lo spiego. Perché se durante la sessione video l’allenatore sta spiegando qualcosa e tu sei seduto davanti a me vedo solo una mano che si accarezza i capelli in continuazione, prima della partita, durante la partita, dopo la partita”.
No, durante la partita no perché ci metto un sacco di lacca per non farli cadere. Dopo la partita, sì. “Guardate la mano, è perfetto!”
È vero, è perfetto. “Puoi dire perfetto oppure capelli, sappiamo di cosa si sta parlando”.
Mi ha descritto con la parola “perfetto”, l’ha detto lui! Grazie, puoi convincere Checco a venire qui? Ci stiamo provando… “Sì, ma allora devi fargli le domande in italiano”.
Posso parlare in italiano, non c’è problema. “Sicuro?”
Potrei solo leggere le domande. Non riuscirò a essere divertente. “Prova a fare la prima domanda che mi hai fatto, in italiano. Se riesci a dirla senza errori, verrà”.
Qual è la prima domanda? “Normalmente è quella in cima, la prima domanda è la prima di tutte…”
Non credo verrà il Capitano!