Ma sì, fa un freddo osceno, c’è lo stadio nemico, ci sono i brasiliani che sotto zero si sentono come a casa loro, potenza dell’abitudine. E siamo in Champions League, torneo nel quale non sai mai che cosa aspettarti quando metti piede in altre terre. Eppure in questa stagione andare a giocare in qualsiasi altrove è l’ultimo dei problemi per la Roma. Liberi di preoccuparvi e di scongiurare, ma questo al momento dicono le cifre. Stando al campionato, la Roma ha ottenuto 25 punti in trasferta e 25 punti in casa. E già questo perfetto equilibrio non è banale. In più, va considerato il fattore calendario: i giallorossi hanno disputato 13 gare all’Olimpico e 12 in altri stadi. La media dei punti ottenuti in trasferta è di 2,08 a partita, quella casalinga è di 1,92.
PRESTIGIO – Un andamento non dissimile, va detto, hanno Napoli e Juventus. La Lazio fuori è stata ancora più efficace. Ma insomma, la Roma si situa nel gruppo di quelle squadre scelte alle quali più o meno giocare davanti al proprio pubblico o sotto gli improperi dei tifosi avversari non fa né caldo né freddo. Oppure possiamo prenderla per il verso storto e sostenere che i giallorossi soffrono proprio la pressione esercitata da sostenitori e amici. Il prestigio delle squadre affrontate c’entra fino a un certo punto: a Roma i ragazzi di Di Francesco hanno perso con un’Inter avviatasi con il gas a fondo corsa e con il Napoli, ma pure con Atalanta e Sampdoria. Fuori, l’unica sconfitta è venuta invece all’Allianz Stadium con la Juventus. E’ una Roma da trasferta, in una certa misura anche da esportazione. Nel girone di Champions League ha battuto fuori il Qarabag, con qualche patema ma come da pronostico, e ha pareggiato con il Chelsea dopo aver rischiato seriamente di vincere. E’ stata invece atterrata rumorosamente dall’Atletico Madrid, la formazione che l’ha messa oggettivamente più in difficoltà, comunque a qualificazione quasi acquisita e proprio all’inizio del lungo crepuscolo invernale. All’Olimpico ha ribattuto il Qarabag, ha malmenato il Chelsea e, nella prima partita, ha portato a casa faticosamente la pelle contro il solito Atletico. In sintesi: se il passato conta e la storia insegna, la Roma dovrebbe riuscire a giocare in Ucraina senza angosciarsi. E non è una condizione che ricorra particolarmente di frequente nella storia dei giallorossi, che anzi di solito si trovano molto più a proprio agio nel tepore psicologico della propria residenza.
VOLONTÀ – Limitandoci alle ultime stagioni, quelle che la Roma ha chiuso sempre tra il secondo e il terzo posto partecipando per tre volte su quattro alla Champions League – e suicidandosi in un’occasione contro il Porto nel playoff – scopriamo che nel campionato 2016-17 ci sono state 16 vittorie in casa e 12 in trasferta; 13 in casa e 10 in trasferta nel 2015-16; in casa 10 e in trasferta 9 nel 2014-15; in casa 15 e in trasferta 11 nel 2013- 14. In questa stagione siamo a 8 successi in casa e 7 in trasferta, come già detto con una gara fuori delle mura in meno. Può essere un caso. Può essere destino. Più probabilmente è la volontà di Eusebio Di Francesco che predica possesso palla e mantenimento dell’iniziativa. Ed è anche questione di solidità difensiva e di talento del portiere. Se domani tremeranno, potremo dare la colpa al freddo.