Duemilaquattrocentoquarantaquattro (2.444!) giorni. Tanti ne sono passati da quando a Trigoria si è capito che si poteva fare davvero. Tanti ne sono passati da quando concretamente si è cominciato a parlare di stadio. Da quando nel febbraio del 2012 vennero completate le relazioni relative alle analisi dei siti da parte di Cushman & Wakefield, leader nel settore immobiliare in Italia e nel mondo, società individuata dalla Roma e dal Presidente Pallotta per quella prima fase. Cushman & Wakefield passarono al vaglio nei mesi successivi 80 possibili siti, dai quali emerse l’area di Tor Di Valle solo nel dicembre dello stesso anno, d’accordo con l’allora sindaco di Roma Gianni Alemanno. L’iter è stato poi lungo e laborioso con l’ingaggio dell’architetto Dan Meis (e con lui ad oggi oltre 500 professionisti di fama mondiale sono stati coinvolti) per la progettazione dello stadio del gennaio del 2013, fino ad arrivare agli eventi di questo ultimo anno, con la modifica del progetto e la nuova Conferenza. La seconda Conferenza. Perché in tutto questo si sono avvicendati tre (3) sindaci e un commissario, due (2) presidenti di Regione, sei (6) presidenti del Consiglio, due (2) Presidenti della Repubblica; ci sono volute due delibere di pubblica utilità, la prima nel dicembre del 2014, la seconda nel giugno dello scorso anno. Due Conferenze dei servizi decisorie. Due progetti, con e senza e torri (firmate da Daniel Libeskind, uno dei più importanti architetti del mondo). Oltre 6 anni di lavoro che trovano ragione negli imponenti numeri che un’impresa di questo genere comporta. Intanto le dimensioni dell’area scelta.
Il sito di Tor di Valle comprende oltre all’ippodromo ormai ridotto a un rudere 89 ettari di verde e più di 53 ettari di verde pubblico: è stato scelto per via, tra le altre cose, dell’accessibilità garantita dalle strade e del trasporto pubblico, della sua vicinanza alla città e all’aeroporto e dei vantaggi urbanistici derivanti dal precedente utilizzo a scopi sportivi. La costruzione dello stadio e dell’area ad esso adiacente comporterà la presenza in media 2.000 lavoratori, 2.000 posti di lavoro. E una volta terminati i lavori oltre 4.000 persone saranno impiegate stabilmente nell’area. Un progetto questo, che secondo uno Studio di Impatto Economico e Sociale prodotto dalla Facoltà di Economia dell’Università Sapienza, avrà una ricaduta sulla città di Roma sarà pari a circa due volte e mezzo quello prodotto da EXPO 2015 su Milano e superiore del 68% di quello generato dal Giubileo della Misericordia. Generando quindi un significativo incremento del PIL della provincia di Roma, stimato in circa l’1,5% nell’arco dei nove anni 2017-2026. Una boccata d’ossigeno per le casse del Comune e, con ogni evidenza, per tutti i cittadini. Boccata d’ossigeno letterale con gli interventi previsti per la riqualificazione dell’area di Tor di Valle, un’area verde complessiva, disponibile per tutti, di 62 ettari, equivalente a più del 30% della superficie totale interessata. (…)