La richiesta dello sblocco del progetto partecipato già approvato dal municipio. Continua il braccio di ferro per la gestione di Campo Testaccio, l’impianto che ospitava le partite casalinghe della Roma negli anni ’30. L’area di via Zabaglia, dopo 12 anni di incuria e abbandono, a settembre è stata infatti bonificata su ordine del Campidoglio. Subito dopo le quattro associazioni del rione hanno presentato un progetto di recupero con il sogno di restituire quel campetto ai ragazzi del quartiere. Un disegno di “percorso partecipato” già passato all’unanimità in consiglio municipale.
Era tutto pronto per partire. O quasi. Perché Daniele Frongia, assessore allo Sport, a ottobre con una lettera inviata alla sindaca Raggi ha ordinato lo stop: «Chiediamo che la struttura venga riaperta e che resti uno spazio per lo sport e per i ragazzi» spiega Maurizio Milan, uno dei portavoce delle associazioni del rione che giovedì si sono riunite per stendere un programma d’azione. La paura è che l’intero blocco possa essere riassegnato attraverso un “project financing”, anche se non c’è nulla di ufficiale.
Intanto da tre mesi tutto è fermo: «Stiamo lavorando per mettere in sicurezza il campo, ci sono notevoli avvallamenti per gli scavi di chi ebbe la scellerata idea di farne un parcheggio sotterraneo. Lo abbiamo sbloccato e arriveremo a restituirlo alla cittadinanza» aveva scritto in un post sulla sua pagina di Facebook Frongia. Era il 4 dicembre: oggi il cancello è ancora sbarrato con l’erba che continua a crescere sugli spalti. La partita sul progetto di Campo Testaccio resta sospesa.