Lo chiamavano capitan Futuro, soprannome che nacque come augurio e divenne una maledizione. Il primogenito Totti sembrava la regina Elisabetta e quel futuro non arrivava mai. Quando Totti ha mollato la presa, De Rossi si è ritrovato capitan Presente a un’età in cui i campioni come lui cominciano ad appartenere al passato. (…)
De Rossi è l’artista ottuagenario che annuncia di continuo il ritiro dalle scene, ma difende i suoi spazi dai sessantenni, giudicandoli ancora immaturi. È il fondatore della ditta che continua a comandare in azienda su figli repressi e nipoti distratti. È chiunque svolga un lavoro gratificante oltre il quale non riesce a scorgere nuove opportunità esistenziali, ma solo il viale del tramonto.
Prima o poi tutti prendono congedo, ma con la sensazione di essere vittime di un’ingiustizia e bersagli dell’ingratitudine umana. La percezione che abbiamo di noi stessi non è quasi mai condivisa dagli altri. Se ci vedessimo con i loro occhi, forse ci verrebbe da piangere. O da ridere.
FONTE: Il Corriere della Sera – M. Gramellini