Lo chiamavano mondo virtuale, ma nel corso degli ultimi anni ha perso la sua struttura immateriale. Piano piano i social network hanno acquisito sostanza, riflettendo azioni e operazioni che avvengono al loro interno nel mondo reale. Non c’è niente di più concreto dei social network, che sia Facebook, Twitter o Instagram.
C’è dentro la nostra vita e per le squadre di calcio c’è tanto altro. Vengono raccontati la quotidianità e cosa succede all’interno dello spogliatoio. Gioie e dolori dello sport che nel corso del tempo si erano persi e che in pillole si stanno riacquisendo. Gestire la pagina social di una squadra può risultare complicato.
Umori e commenti seguono l’andamento dei risultati, ma l’idea di Paul Rogers, responsabile dell’area digital della Roma è differente: “I social media sono più semplici di quello che si pensa. Dovrebbero essere divertimento, intrattenimento, coinvolgimento e avere un fine educativo. Se mancasse uno di questi presupposti ci sarebbe qualcosa di sbagliato. Il nostro obiettivo attraverso i social è quello di portare i tifosi più vicini al club. Negli ultimi tre anni abbiamo visto crescere i nostri social del 325%, ma abbiamo smesso di essere ossessionati dal numero di followers, dando priorità al coinvolgimento”.
Dicevamo parole, ma anche fatti che comportano azioni tangibili nella realtà. Come la campagna social che in estate ha visto protagonista la squadra giallorossa. Accompagnare l’ufficialità dell’acquisto di un giocatore da un video nel quale erano presenti le foto di alcuni bambini scomparsi: “L’ispirazione per la campagna viene dal videeo della canzone degli Soul Asylum’s ‘Runaway Train’, che sottolineava i casi di adolescenti scomparsi in quel periodo. Abbiamo pensato che potevamo fare qualcosa di simile con la Roma. Volevamo usare la natura virale degli annunci di mercato su Twitter per aumentare la cassa di risonanza per i bambini scomparsi. I nostri annunci hanno generato un incredibile reach: abbiamo menzionato 109 bambini di 12 paesi differenti, pubblicato 72 video e lavorato con 12 differenti organizzazioni e incredibilmente 5 bambini sono stati ritrovati. Questa è senza dubbio la cosa migliore che ho fatto nella mia carriera lavorativa. Il miglior tweet che è stato fatto secondo me è l’annuncio del ritrovamento di un’adolescente di Londra, che era nei video delle persone scomparse. Nessun tweet potrebbe mai darmi la stessa gioia di pubblicare come il primo su un bambino che viene trovato”.
FONTE: gianlucadimarzio.com