All’Olimpico si incrociano i due “9” che vivono un momento magico: il bosniaco viaggia quasi a un gol a partita, l’ex Pescara ha segnato 4 gol in 3 gare e sorpassato Bacca
– Roma-Milan sarà un duello da secondo posto, Dzeko-Lapadula la sfida tra i bomber più in forma della Serie A. Solo qualche mese fa, sotto l’ombrellone, questa sarebbe sembrata la sparata di un tifoso che aveva passato troppe ore al sole, oggi è realtà. Lunedì sera, sul prato dell’Olimpico, si incrociano i due “9” che vivono un momento d’oro, probabilmente il migliore della loro carriera: Edin Dzeko, rinato dopo la prima, deludente stagione alla Roma contro Gianluca Lapadula, nuovo Re Mida dell’attacco rossonero. Dodici gol contro quattro: lo diciamo subito, il confronto in termini assoluti è improbabile, anche perché si parla di un attaccante che ha segnato e vinto sui campi di tutta Europa, dal Wolfsburg al City, e di un outsider alla prima stagione in A dopo aver girato i campi di provincia ed essere esploso a 26 anni in B col Pescara. Il calcio, però, è fatto di momenti: ecco perché il mese d’oro che ha spinto Lapadula dalla panchina alla maglia da titolare del Milan lo avvicina clamorosamente al bosniaco.
MAI COSÌ DZEKO — “Se non segno è colpa mia, non degli altri”, diceva Edin un anno fa, quando alla vigilia della sedicesima giornata di A i gol in campionato erano solo 3 in 14 presenze. Il bosniaco era un oggetto misterioso che si guadagnava i titoli dei giornali solo per i gol sbagliati in maniera clamorosa. Dopo questa estate, la svolta: Spalletti gli ha dato fiducia, i compagni lo hanno protetto dai fischi e dalle critiche e Dzeko ha ripreso a fare quello che gli riesce meglio: segnare. Dopo 15 giornate sono già 12 centri, mai così bene nella prima stagione (nel 2008-09 al Wolfsburg, anno del record personale di 36 gol, 26 in campionato, si era fermato a 5 gol nelle prime 15 giornate). Il secondo Dzeko giallorosso tiene ritmi quasi alla Higuain di un anno fa (che nelle prime 15 ne aveva fatti 14) e va a segno ovunque (in Europa League è a 5 gol in 4 partite). Non ha segnato nel derby, ma ha già dato prova di esserci anche quando si tratta di affrontare le “big”: doppietta al Napoli e un gol all’Inter. E in casa raramente sbaglia: 8 dei 12 gol sono arrivati all’Olimpico.
LAPA E IL MESE D’ORO — “Se segno il primo gol in A a 26 anni vuol dire che c’è ancora molto da fare”, ammetteva Lapadula un mese fa: il suo colpo di tacco a Palermo aveva regalato al Milan una vittoria preziosissima e iniziato a scrivere la favola dell’attaccante ex Pescara in rossonero. Dal Barbera alla Favorita, per Lapadula il mondo si è ribaltato: ha infilato altri tre gol in tre partite, firmando la prima doppietta e il primo gol a San Siro, al debutto da titolare, decidendo nel finale la sfida col Crotone. Nel mezzo, la chiamata di Ventura in Nazionale. In un mese, si è scrollato di dosso le ironie sul fatto di essere stato l’acquisto più caro del Milan 2016-17 e si è guadagnato il posto fisso, scalzando Bacca (ancora fermo per infortunio). Lapadula sembra nato per il Milan di Montella, nel quale si muove in funzione della squadra e trova sempre la giocata giusta per scardinare le difese avversarie. A meno di un difficile recupero (e sorpasso) di Bacca last-minute, lunedì sera affronterà la prima grande sfida da titolare, dopo l’assaggio di derby con 11 minuti nel finale: un’occasione per aggiungere un altro capitolo alla favola, allungare il momento d’oro, e fare un altro passo verso il gigante Dzeko.