La scelta di schierare Gerson dal primo minuto, e l’atteggiamento mentale della squadra in campo. Il giorno dopo la sconfitta con la Juventus, l’arrabbiatura lascia il posto alle analisi a freddo, fuori e dentro lo spogliatoio. Se ne parla in società e se ne parla tra i giocatori, per un coro pressoché unanime: perché il giovane brasiliano, praticamente mai considerato, è stato dal tecnico buttato nella mischia, da titolare, nella gara più difficile, quella più attesa, per giunta come esterno alto, dopo esser stato sempre provato come intermedio di centrocampo? «Lui sulla fascia in Brasile ha giocato spesso e l’ho messo lì non per sfondare, bensì per reggere botta – si giustifica Spalletti – poi né El Shaarawy, né Perotti amano giocare sulla destra. Non ha fatto male, però dopo l’ammonizione è andato in difficoltà e l’ho sostituito. E comunque non mi sembra che poi né Salah né El Shaarawy abbiano fatto meglio».
Una spiegazione che non convince del tutto, e che è stata ripercorsa ieri a Trigoria. Il day after romanista è carico di analisi, approfondimenti e confronti, per capire cosa manca ancora per tentare di sfatare il tabù dello Juventus Stadium, da dove i giallorossi sono sempre usciti sconfitti. Il mister ha chiesto ai suoi di non mollare, che il -7 è un distacco importante ma non impossibile da accorciare, avendo a disposizione la seconda parte della stagione. Tra le analisi, spicca quella di Szczesny, insieme a Nainggolan il migliore in campo di sabato sera. «In campo dobbiamo comportarci più da uomini che da ragazzini». Una considerazione che colpisce nel cuore lo spogliatoio e apre un dibattito importante sulla crescita mentale del gruppo di cui è responsabile- garante Spalletti.
A Trigoria non ha per niente convinto neanche la gestione dei cartellini gialli da parte dell’arbitro Orsato. È Nainggolan a esporsi, in questo senso. «Sturaro fa fallo su Manolas e non viene ammonito – spiega il centrocampista – mentre io prendo un giallo per lo stesso fallo. Sono piccole piccole cose che mi fanno girare le scatole e io mi faccio sentire. Pure la prima ammonizione di Daniele è stata troppo veloce: era il primo fallo, per me è arrivata troppo presto. E poi non ti fa mai parlare, è normale innervosirsi». Nainggolan, proprio con De Rossi e Manolas, è tornato acciaccato da Torino. I tre sono a rischio per la gara col Chievo di giovedì sera, l’ultima prima della sosta natalizia.
All’Olimpico non si presenteranno i veronesi, per solidarietà alla protesta degli ultras della Sud contro le barriere in curva. Ci sarà invece stasera la consueta festa di Natale, all’ex caserma di via Guido Reni. Totti e compagni, insieme alla dirigenza (assente Pallotta), agli sponsor (che pagheranno i tavoli) e invitati vari (circa 300 persone) si scambieranno auguri, regali e buoni propositi per il prossimo anno. A casa tutti entro mezzanotte, con l’incasso in parte devoluto da Roma Cares ai terremotati.