(…) L’addio all’Ajax e il passaggio alla Roma? “Se ho incontrato difficoltà? Molte. Non avevo mai lasciato l’Olanda, dove vivevo con mia madre. Sono partito da solo per l’Italia, ho lasciato il mio bozzolo. Il club, i giocatori, la mentalità erano differenti. All’Ajax, se facevo una brutta partita, giocavo subito la partita dopo e tornavo a un buon livello. A Roma, se non giochi una buona partita, passi le tre seguenti in panchina. È anche in questo che l’Ajax è ottimo: non ti giudica per una partita perché sanno di cosa sei capace. Ti lasciano tranquillo e tu puoi godertela. È la legge del calcio professionistico? Sì, ma guardate i risultati dell’Ajax”. (…)
Perché hai lasciato la Roma e accettato il passaggio al Nizza? “Non mi voleva José Mourinho? O il club? O volevo andare io? Un po’ tutto questo. Ho anche avuto un grande feeling qui. Sono venuto qui due volte. Una prima giusto per vedere le strutture e mi sono piaciute molto. Una seconda per parlare con l’allenatore (Christophe Galtier, ndr) e Julien (Fournier, direttore sportivo). È durata due ore. Abbiamo parlato di tante cose, non solo di tattica. Ho avuto un buon feeling”. (…)
FONTE: L’Equipe