Per il designatore Rocchi, gli episodi di Milan-Napoli e Atalanta–Roma sono simili e assimilabili. E, alla fine, è stata presa la decisione corretta in entrambe le circostanze. Il motivo di questa sua convinzione nasce dal fatto che, secondo le linee guida internazionali, un calciatore in fuorigioco interferisce sempre con l’azione nel caso in cui ci sia contatto fisico con l’avversario; in tali circostanze, l’offside va punito.
Trentalange, presidente dell’Aia, ha ribadito tutto a Gr Parlamento, pur senza volere entrare troppo in questioni tecniche: “La regola attualmente dice in modo chiaro che, se un giocatore impatta sulla possibilità dell’avversario di giocare il pallone, è fuorigioco. Nel caso dell’atalantino Palomino, si fa fatica a sostenere il contrario: c’è un contatto. E lo stesso vale per quanto successo domenica sera a San Siro“.
Semmai è sbagliato il percorso attraverso il quale si è arrivati all’annullamento del gol dell’Atalanta, perché sarebbe stata necessaria l’”on field review”, la revisione dell’azione al monitor da parte dell’arbitro, trattandosi di una valutazione soggettiva e non oggettiva qual è un semplice fuorigioco. Ma qui è intervenuta un’errata comunicazione tra Nasca al Var e Irrati in campo, perché — è questo il retroscena — il primo ha semplicemente comunicato al secondo: “È fuorigioco”, senza specificare la dinamica dell’azione.
Da qui nasce l’errore di Irrati, il quale non è andato a rivedere l’azione e poi ha dato una spiegazione non corretta a Gasperini. I vertici degli arbitri, pur se indispettiti per i toni dell’allenatore dell’Atalanta, riconoscono le sue ragioni, non a caso hanno fermato Nasca per questo turno di campionato. Ma l’esito dell’on field review avrebbe comunque portato all’annullamento: percorso errato, risultato giusto.
FONTE: Il Corriere della Sera – S. Agresti