Siamo entrati in casa dei giallorossi per scoprirne i dettagli sul grande lavoro realizzato fuori dal campo. Un impegno di qualità e in continuo sviluppo, con tante iniziative portate avanti anche nelle ultime settimane. Merito di un team dedicato, un approccio che guarda alla responsabilità sociale come elemento chiave e una rete sul territorio capace di alimentare questo movimento.
E se esistesse uno Scudetto che premi i risultati ottenuti sul campo assieme a quelli fatti registrare fuori, sponda responsabilità sociale?
Okay, fantacalcio. Ma avendo realmente la possibilità di assegnare questo ipotetico trofeo, e guardando alla stagione 2021/2022, vediamo una squadra con tutte le carte in regola per insidiare il trono del Milan. E le ultime settimane danno pieno credito alla nostra scelta, tra vittorie convincenti, iniziative sociali senza sosta ed un mercato che sta facendo sognare in grande i tifosi.
Stiamo parlando dell’AS Roma, che con l’approdo della famiglia Friedkin e la guida di Mourinho sta viaggiando sulle ali dell’entusiasmo, proiettata su una dimensione che forse mai aveva raggiunto prima.
Non ci addentriamo in analisi tecniche o tattiche, che lasciamo a chi ne compete (pur oggettivo lo scatto in avanti visti gli ultimi rinforzi). Rimaniamo invece ben focalizzati sull’impegno extra campo dei giallorossi, ambito in cui stanno davvero facendo scuola, candidandosi a riferimento assoluto per l’intero panorama calcistico italiano.
Colpisce l’intensità con cui questo impegno viene profuso, intesa come numero di iniziative realizzate nel tempo, in una media quasi da record (alla “Mou” ci verrebbe da dire). Ma spiccano anche la qualità di questi progetti, la capacità di agire a livello globale (sono sempre più le aree di intervento di cui il club si occupa) e l’efficacia con cui tutto questo viene comunicato.
Un lavoro quindi specifico e ben organizzato, che infatti si avvale di un gruppo di lavoro dedicato capace di capitalizzarlo al meglio.
Nei mesi è emerso un modello AS Roma. Perché di questo si deve parlare, trattandosi oramai di qualcosa di estremamente consolidato e in continua crescita. Vedere, in questo senso, le iniziative promosse in occasione della partita con lo Shakhtar Donetsk, o anche le attività sul territorio realizzate durante l’estate, in un trend positivo che ha proseguito il gran finale della scorsa stagione (ne parleremo più avanti).
Insomma, un lavoro eccezionale che, pur partendo da una base solida, ha conosciuto un nuovo e determinante impulso con il cambio di proprietà e l’insediamento dei Friedkin:
“Qualcosa è scattato dal periodo Covid in poi – ha dichiarato Francesco Pastorella, Direttore del dipartimento Sustainability & Community Relations -. In quel contesto di estrema emergenza siamo stati rapidi ad intercettare una situazione difficile e ci siamo messi al fianco delle istituzioni (fornendo, ad esempio, le mascherine che mancavano praticamente ovunque) e delle persone più in difficoltà, soprattutto i nostri abbonati più anziani, attivandoci per consegnare loro beni di prima necessità. Lì abbiamo veramente capito quello che potevamo fare per la nostra comunità. L’intenzione è sempre stata quella di aiutare la comunità nel suo complesso, collaborando con tutte le parti interessate e puntando a generare impatto diffuso e a lungo termine”.
Quest’ultimo è un passaggio chiave, che racchiude l’essenza dell’impegno dei giallorossi. Da una parte, agire secondo un approccio chiaro e specifico per innescare cambiamenti duraturi. Dall’altra, lavorare insieme ad una moltitudine di “compagni di squadra” per ampliare la portata del proprio impegno:
“Si tratta di creare un Community Network, coinvolgendo attivamente i cosiddetti stakeholders: scuole, parrocchie, società dilettantistiche, istituzioni, sponsor, ma anche fan club e media. Riuscire a collaborare con tutte queste realtà permette di agire in maniera capillare, raggiungendo più beneficiari possibili “.
Insomma, relazioni forti e positive per raggiungere obiettivi comuni, con il club quale polo di riferimento. E i risultati di questa rete sono emersi in più occasioni. Un esempio su tutti:
“Quando in città è emersa la necessità di dare impulso alla campagna vaccinale, le istituzioni ci hanno immediatamente chiesto una mano. Abbiamo quindi installato vari punti in giro per la città (dallo stadio agli oratori, passando per i quartieri), e in quel contesto abbiamo gratificato i tifosi che aderivano con gadget e premi. Quando abbiamo visto scendere la percentuale delle persone non vaccinate, siamo stati felici di aver fatto la nostra parte “.
Come detto, solo un esempio. Perché le possibilità e le potenzialità sono enormi. E il club ne è appunto ben consapevole, puntando a fare la differenza in numerosi ambiti. La sostenibilità ambientale, per esempio, tema diventato centrale negli ultimi mesi anche per i giallorossi:
“Abbiamo stipulato un accordo con Roma Natura per promuovere diverse iniziative. Tra i giovani, innanzitutto, insegnandogli l’importanza della tutela dell’ambiente. A ciò abbiamo aggiunto (e lo proseguiremo anche nella nuova stagione) un contest legato alla cura degli alberi, che stiamo piantumando in vari luoghi della città. Un lavoro, questo, che coinvolge anche il Centro Sportivo di Trigoria, in cui sono state portate avanti anche altre azioni legate, ad esempio, alla raccolta dell’acqua piovana, alla promozione della biodiversità o alla riduzione della plastica. E poi ci sono le iniziative che riguardano la lotta allo spreco alimentare allo Stadio Olimpico, in sostegno al World Food Programme, che hanno una proiezione anche sociale”.
Ma la lista è ben più lunga. Si potrebbe parlare di educazione, dove “A Scuola di Tifo” (intitolata nel 2020 a Willy Monteiro) è oramai un format consolidato (interessante anche guardando al recente Protocollo d’Intesa tra Lega Serie A e istituzioni). Oppure di disabilità, in cui le proposte spaziano dal facilitare l’accesso dei tifosi allo stadio, al sostenere eventi o associazioni dedicate, passando per le attività sul campo come quella dell’ASDD Roma 2000 (società che promuove lo sport per ipovedenti).
C’è poi la solidarietà, in cui spiccano – tra le tante – le già citate attività realizzate a favore dell’Ucraina, o quelle portate avanti insieme ai fan club.
E ancora, rimanendo in tema di “trasferte”, come non citare le iniziative lanciate in occasione dell’indimenticabile finale di Conference League portate avanti con UEFA Foundation e Feyenoord.
Tuttavia, se c’è un progetto che caratterizza l’impegno dell’AS Roma di queste ultime stagioni, quello è sicuramente Amami e Basta, iniziativa in contrasto alla violenza sulle donne:
“Si tratta di un argomento purtroppo ancora attuale. Dai report che i soggetti impegnati nel contrasto di questa piaga ci hanno fornito, è emerso come l’incertezza economica sia uno dei principali freni che inducono le donne a non denunciare le violenze e abbandonare il tetto coniugale (dove peraltro si consumano la maggior parte di queste). Abbiamo quindi pensato che garantire formazione e, di conseguenza, creare i presupposti per una stabilità, potesse essere una strada da percorrere. L’aiuto in questo senso è arrivato da parte di un nostro sponsor (Manpower) con cui abbiamo deciso di offrire corsi di formazione per le ospiti dei centri antiviolenza di Roma Capitale. Inoltre, per rendere il progetto completamente gratuito e quindi più facilmente accessibile, abbiamo lanciato una serie di raccolte fondi attraverso iniziative accessorie, tra queste il calendario realizzato insieme alle compagne dei calciatori e una serie di tornei di Padel Contestualmente abbiamo continuato a sensibilizzare l’opinione pubblica. Al termine dei corsi il 62% delle partecipanti ha trovato lavoro e ne siamo davvero orgogliosi”.
Per chiudere, non possiamo non ampliare l’orizzonte all’intero movimento italiano. Perché se è vero che l’AS Roma rappresenta un’eccellenza capace in qualche modo di trainare tutto il sistema grazie alle proprie buone pratiche, è indubbio che questa responsabilità arrivi fino ad un certo punto. Il restante step deve necessariamente arrivare dall’alto, ovvero dal vertice della piramide. Un aspetto che, anche guardando agli approfondimenti che abbiamo pubblicato nelle ultime settimane sulla responsabilità sociale nel calcio europeo, pare essere un tratto distintivo dei migliori esempi a livello internazionale (Premier, Bundes e Liga):
“Condividere risorse, competenze e idee per alimentare la crescita del sistema è assolutamente auspicabile. C’è in atto un cambiamento e noi siamo pronti a dare il nostro contributo “.
Parole che prendiamo come monito e speranza, perché il nostro calcio ha bisogno di realtà capaci di essere punto di riferimento per il proprio territorio e la propria gente. Realtà, in altre parole, come l’AS Roma.
Tags: Community Soccer Report, CSR, CSR Football, CSR Soccer, CSR Sport, Football in the community, Not Just a Game, Responsabilità Sociale, Responsabilità Sociale Calcio, Responsabilità sociale Sport, Social Responsibility
FONTE: communitysoccerreport.it