La UEFA ha pubblicato la prima edizione del report “The UEFA European Club Finance and Investment Landscape”, un’analisi della Federcalcio europea – che Calcio e Finanza ha potuto consultare – che si concentra sul panorama economico-finanziario del mondo del pallone nel vecchio continente.
L’analisi, che prende in considerazione 700 club delle prime divisioni di tutta Europa, mostra che i ricavi delle società hanno raggiunto il livello record di quasi 24 miliardi di euro nell’anno finanziario 2022, e si prevede che i ricavi cresceranno a oltre 26 miliardi di euro nell’anno finanziario 2023, per un tasso di crescita di oltre di un miliardo di euro all’anno tra il 2013 e il 2023.
Contestualmente, seppur a un ritmo inferiore, sono cresciuti anche i costi per le società calcistiche europee. Il report si sofferma in particolar modo sul costo del personale (la voce che impatta maggiormente sulle spese dei club), che fa riferimento a tutto il personale tecnico e amministrativo, oltre chiaramente ai calciatori e ai relativi stipendi.
Guardando ai 20 club con i costi più alti, gli stipendi del personale sono cresciuti solo dell’1,9% nel 2023, con nove club che hanno riportato degli aumenti, otto che hanno visto un calo delle spese e tre per i quali i dati non sono ancora noti. Gli aumenti più significativi in termini assoluti hanno riguardato il Barcellona (+178 milioni di euro), il Manchester City (83 milioni di euro), il Bayern Monaco (+67 milioni di euro) e l’Aston Villa (+61 milioni di euro).
Al contrario, Paris Saint-Germain e Manchester United hanno fatto registrare un calo rispettivamente di 112 milioni di euro e 101 milioni di euro. Il successo in campo porta naturalmente ad alcune fluttuazioni, poiché la parte legata alle prestazioni rappresenta tipicamente una cifra tra il 15 e il 25% degli stipendi per i top club (i bonus).
Un confronto interessante per il costo del personale è quello con i ricavi. La UEFA indica nel 70% la soglia massima del rapporto oltre la quale la gestione economica del club è considerata “a rischio”, come emerge dal “Club Licensing and Financial Sustainability Regulations”. Per fare un esempio, nel 2022 i costi del personale hanno assorbito a livello aggregato il 71% dei ricavi, poco oltre la soglia stabilita dalla UEFA.
Classifica rapporto costi ricavi – La graduatoria delle top 20
Guardando alle performance dei 20 top club con i costi più alti sotto questo punto di vista, nel 2023 si registra un rapporto medio tra costi e ricavi del 64%. Si va da un minimo del 46% del Tottenham (società particolarmente virtuosa) a un massimo del 92% per l’Aston Villa. Sette di questi 20 club hanno un rapporto superiore al 70%, sei hanno un rapporto compreso tra il 60% e il 70%, e sette inferiore al 60%. Di seguito la classifica, dal più al meno virtuoso:
Tottenham – 46% (+17% sul 2022)
Arsenal – 50% (+8% sul 2022)
Manchester United – 51% (-21% sul 2022)
Lipsia – 54% (+17% sul 2022)
Real Madrid – 54% (-13% sul 2022)
Bayern Monaco – 56% (+19% sul 2022)
Borussia Dortmund – 56% (+2% sul 2022)
Inter – 60% (-7% sul 2022)
Liverpool – 63% (-1% nel 2022)
Juventus – 65% (-20% sul 2022)
Atletico Madrid – 66% (-4% sul 2022)
Manchester City – 66% (+18% sul 2022)
Chelsea – 70% (dato del 2022)
Newcastle – 75% (+7% sul 2022)
PSG – 76% (-15% sul 2022)
Barcellona – 78% (+39% sul 2022)
Roma – 83% (-4% sul 2022)
Leicester City – 75% (dato del 2022)
Everton – 90% (dato del 2022)
Aston Villa – 92% (+38% sul 2022)
Guardando ai club italiani, Inter e Juventus hanno fatto registrare costi in calo e si posizionano sotto quella che per la UEFA è la soglia di rischio. Soglia superata invece dalla Roma, che tuttavia anche nella stagione 2023/24 ha portato avanti una politica di taglio dei costi che potrebbe avere ulteriormente abbassato la percentuale di questo rapporto.
Classifica rapporto costi ricavi – La “squad cost rule”
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FONTE: calcioefinanza.it