In riva al Mediterraneo con affaccio sulle Baleari, nella Spagna orientale, l’aria che si respira è improvvisamente diversa. Lo sa bene la Roma che, già in semifinale di Coppa Italia e al 2° posto in campionato, vuole lasciare la sua impronta in campo internazionale e tenersi stretta anche l’Europa League, per restare in corsa nelle 3 competizioni. La tappa di Villarreal, nonostante sia solo la partita d’andata dei sedicesimi, conta dunque più di quanto si possa pensare. Per il presente e per il futuro. Perché questa competizione può restituire al club giallorosso la Champions che, evaporata con largo anticipo a fine estate nei playoff contro il Porto, è il premio in palio per chi vince il trofeo.
DIGIUNO INFINITO – La Roma, come ha ricordato recentemente il nuovo ad Gandini, punta forte sull’Europa League. Più per il prestigio che per il bilancio. L’unico successo continentale è lontanissimo: la Coppa delle Fiere del 1961. E, senza pensare solo alla bacheca vuota, Spalletti e i giallorossi hanno un desiderio sfrenato di trovare la continuità pure all’estero. L’attuale allenatore, nella sua prima esperienza a Trigoria, esportò il suo 4-2-3-1 e incassò complimenti dai colleghi più titolati. Adesso, ossessionato dalla vittoria, pretende di più. E, imbattuto e primo nel gruppo E, si prepara alla volata verso la finale di Stoccolma, accompagnato qui da 2000 tifosi. Stasera all’Estadio de la Ceramica (ex El Madrigal), a parte Alisson che è il portiere di coppa, darà spazio ai titolari. Per far capire subito al collega Escribà che non aspetterà fino alla gara di ritorno all’Olimpico per prendersi la qualificazione.
RIVALE SCOMODO – Il Villarreal, eliminato dal Liverpool in semifinale l’anno scorso e partito forte in questa stagione, è calato già prima di Natale. Nelle ultime 9 partite ha raccolto pochissimo: 2 sconfitte, 6 pareggi e appena 1 successo. E, a gennaio, ha perso Pato, finito in Cina e sostituito con Adrian Lopez che la Roma conosce benissimo. Il 17 agosto, nell’andata del playoff contro il Porto all’Estadio Dragao, puntò spesso Vermaelen e Juan Jesus che faticarono ad annullarlo (il primo fu anche espulso a fine primo tempo) e riuscì anche a segnare (gol annullato, però, per fuorigioco ad inizio ripresa). Recuperato il difensore centrale Musacchio (frattura del polso, ma si è allenato), non è sicuro che rivedremo Josè Angel, terzino sinistro spagnolo che Luis Enrique portò a Trigoria nell’estate 2011. I tedeschi d’Italia sono tra i convocati e De Rossi è il più preparato sulle loro caratteristiche, avendoli avuti come compagni in Nazionale: Sansone è titolare e, da seconda punta, si allarga a sinistra, Soriano gioca più dietro e spesso sulla stessa fascia.
INCASSO DOPPIO – E, proprio tornando alla mancata partecipazione alla fase a gironi di Champions, la Roma ha la possibilità di recuperare qualche milione di euro dopo averne persi sciaguratamente almeno 30 a fine agosto per l’eliminazione contro il Porto: l’Europa League, in caso di successo, ne garantisce tra i 15 e i 20 milioni (dipende dagli incassi al botteghino). Ma soprattutto porta in dote la partecipazione alla Champions. Addirittura diretta, nel caso che la coppa più prestigiosa sia alzata da chi si è comunque qualificato, con il piazzamento in campionato, per la prossima edizione. O con i preliminari. In caso di vittoria in questa competizione, insomma, il club giallorosso incasserebbe quasi 60 milioni.