L’eco dei tre punti in quattro gare è arrivato anche negli Usa. E così., all’improvviso, i Friedkin sono tornati a Roma. Padre e figlio sono partiti alle 3 di notte da Houston e sono sbarcati a Ciampino con il loro jet privato poco prima delle 15 di ieri. Chi pensava ad una visita programmata, legata magari a questioni sul nuovo stadio, si è dovuto ricredere. Finché i tecnici del club non riceveranno il nullaosta per aver accesso alle aree dove sono stati effettuati gli espropri nel mese di agosto, la questione rimane congelata. Motivo della visita, quindi, è capire cosa sta accadendo alla squadra e far sentire la loro vicinanza a De Rossi. Del resto Daniele è stata una loro scelta. Scaltra nel momento dell’avvicendamento con Mourinho.
A Trigoria c’erano tutti. De Rossi, Souloukou, Ghisolfi e Lombardo (con la squadra che si era allenata la mattina). Sono così andati in scena colloqui privati e di gruppo nei quali, questa almeno è la linea che fanno trapelare dalla società, non sono previsti scossoni dietro l’angolo. Il progetto è appena iniziato: per bocca del tecnico – visto che la dirigenza continua a rimanere silente – si è parlato apertamente di un ciclo triennale, che ha visto ben 12 nuovi acquisti e soprattutto un deciso cambio di strategia con l’abbassamento dei costi sugli ingaggi e l’investimento sui cartellini nell’ultimo mercato. Spazzare via tutto dopo 360 minuti e ricominciare con un altro allenatore dopo aver investito 10 milioni per De Rossi, sarebbe alquanto anomalo.
Soprattutto Dan (Ryan era presente invece nel match casalingo contro l’Empoli) mancava da Trigoria dal mese di giugno. Tre mesi nei quali sono ac-cadute tante cose: dal caso Dybala all’ultima questione Zalewski delle quali hanno dovuto rispondere Ghisolfi e Souloukou. E poi c’era da appurare lo stato d’animo della squadra e dell’allenatore che continua a godere della massima stima.
Contro Udinese e Venezia all’Olimpico, la proprietà Usa – attesa all’Olimpico -si aspetta una prima inversione di tendenza. Quella che l’allenatore ha già chiesto ieri alla squadra. Ci sono dei particolari che a De Rossi non sono andati giù nel pareggio di Genova. Dagli errori individuali nella marcatura di De Winter al difetto di comunicazione tra campo e panchina «visto che alcuni giocatori inizialmente mi hanno detto che stavano bene e poi, dopo il quinto cambio, mi hanno detto il contrario». Il tecnico si riferiva a Ndicka.
FONTE: Il Messaggero