L’ultima conferenza di Sir Claudio viene messa agli atti come quella della nuova (o forse vecchia) presa di coscienza: la Roma non ha soldi da spendere, il mercato – passato e del prossimo futuro – viaggia su sottili equilibri legati al monte ingaggi e agli accordi con la UEFA. Per tanti questa è stata una sorpresa, un fulmine a ciel sereno, dal momento che le premesse erano altro.
Si era parlato di fine della Rometta (cit Ranieri) e del “costruiamo una grande squadra”. E poi pure quel tema “rivoluzione”, promessa informalmente a dicembre dalla proprietà e che ieri il tecnico ha smentito. Il termine era stato mandato in rete, ma in un messaggio filtrato dopo la sconfitta di Como e non da presunti riportini. Si era accennato a “cambiamenti e che alcuni giocatori devono andare via per cambiare la mentalità dell’intera squadra”.
Le parole di ieri di Ranieri aprono scenari apocalittici. Altro che scudetto, altro che Roma di alta classifica e, aggiungiamo, altro che allenatore (del futuro) top. Il mercato appena concluso spiega come le difficoltà di movimento erano e saranno legate al monte ingaggi, che la Roma ha già abbassato la scorsa estate e come le stesse problematiche si sono ripresentate nell’ultima finestra di mercato. Ranieri ha spiegato tutto benissimo, spiattellando in faccia alla gente la realtà, divenendo impopolare a molti.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni