Il futuro di Bove in Serie A resta appeso a un filo. C’è solo un piccolo spiraglio aperto una settimana fa dal ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, a Sanremo: «Voglio capire se c’è modo di rivedere i protocolli medico-sanitari italiani e se ci possano essere soluzioni che consentano anche a chi ha avuto il suo problema di tornare in campo».
C’è già stato un contatto con il presidente della FMSI (Federazione Medico Sportiva Italiana), Maurizio Casasco, a breve ci sarà anche un incontro. Il riferimento di Abodi è chiaramente alla Premier, dove Eriksen è tornato a giocare dopo la grande paura agli Europei del 2021.
Tanti però non sanno che dieci giorni fa dall’Inghilterra hanno chiamato la FMSI per riprendere l’esempio italiano, più sicuro, con una media di un morto ogni milione contro quella di uno ogni 100mila nel mondo. (…) Ovviamente, la vita viene prima di tutto, anche dello spettacolo del calcio. Per questo i medici vorrebbero soffermarsi sul problema (ormai passato in secondo piano), che due mesi e mezzo fa ha causato a Bove un arresto cardiaco completo.
L’ostacolo al suo ritorno in campo adesso non è legato al defibrillatore impiantato, ma alla patologia originaria che ha scatenato l’episodio da cui si è salvato. Lì bisogna scavare a fondo, non è un limite del protocollo, che può comunque essere smussato.
Secondo il nostro codice, infatti, il pacemaker non impedisce l’idoneità, lo fa solo se rimane un rischio grave e serio precedentemente non riscontrato, o per alcuni sport in cui si potrebbe scatenare una scarica elettrica con un brusco contatto. (…)
Anche dopo l’impianto di un defibrillatore, si può morire o c’è il rischio di un peggioramento in seguito all’adrenalina che incide su situazioni fibrotiche o cicatrici preesistenti.
Ulteriori esami medici su Bove, peraltro in corso da quasi tre mesi a Careggi, devono dare insomma il responso: Edo non potrà giocare in Italia ora se dagli esami emergeranno malformazioni genetiche che non erano state palesate in passato. (…)
Sette società scientifiche di cardiologia hanno firmato da anni il nostro protocollo. Abodi ha precisato di rispettarlo, ma ha chiesto un confronto per capire i margini di revisione, sulla scia dell’emozione e dell’interesse pubblico che vorrebbe rivedere Bove correre su un manto erboso italiano.
A questo s’aggrappa anche Edoardo: «Di doman non v’è certezza», ha infatti bisbigliato dal palco di Sanremo, citando Lorenzo il Magnifico. A giugno scadrà il prestito con la Fiorentina, Bove in teoria tornerà nella Capitale, ma in tutta Italia quel malore del primo dicembre – al sedicesimo minuto del match contro l’Inter – non lo ha scordato nessuno.
FONTE: Il Messaggero