Niente stazione della metro e, soprattutto, niente ponte «bretella»: sulla delibera approvata ieri dalla giunta Raggi a conferma dell’interesse pubblico sull’opera di Tor di Valle che, insieme all’odg approvato dall’Assemblea capitolina, andrà a comporre il fascicolo da consegnare il 3 aprile alla Conferenza dei servizi in chiusura il 5, mancano due opere pubbliche strategiche del piano varato nell’era Marino. Sembra un estremo tentativo di tenere aperta l’attuale Conferenza nonostante un progetto «dimezzato», stravolto nelle cubature e «rimodulato» nelle opere pubbliche, e ancora in attesa di un interesse pubblico (la ormai famosa delibera di novazione con variante urbanistica in allegato) sostenuto col voto dell’Assemblea capitolina che, in teoria, potrebbe tenersi a giugno. In realtà Campidoglio e proponenti, la Roma e il costruttore Luca Parnasi, sembrano più prepararsi ad una chiusura con esito negativo il 5 aprile per il lancio di una nuova Conferenza dei servizi che, negli auspici, sarà più veloce. E il passaggio di ieri può essere interpretato come garanzia strappata dalla Roma che, in assenza di un atto formale della giunta, si sarebbe trovata il 6 aprile con un pugno di mosche in mano. Cioè con un tavolo interistituzionale sparecchiato e senza un impegno messo su carta da parte dell’amministrazione Raggi. In questo modo, invece, ieri è di fatto ripartito un nuovo iter per il nuovo progetto, quello scremato di metà del cemento oggetto dell’accordo politico tra giunta e proponenti.
E, infatti, i connotati del nuovo piano di Tor di Valle corrispondono. Nel testo della delibera si conferma il taglio di oltre il 50% delle cubature del business park con l’eliminazione delle torri di Libeskind; «la massima accessibilità dell’area tramite il tpl su ferro e il potenziamento della ferrovia Roma-Lido, prevedendo in particolare un servizio minimo di 20.000 passeggeri l’ora sull’intera tratta, a cui vanno garantiti ulteriori 7.500 passeggeri l’ora sulla FL1 durante gli eventi sportivi (i passeggeri della FL1 potranno accedere all’area attraverso il ponte ciclo-pedonale che viene confermato)». Quindi si mette nero su bianco la necessità del «miglioramento dell’accessibilità carrabile, attraverso l’unificazione della Via Ostiense – Via del Mare nell’intero tratto urbano tra Grande Raccordo Anulare e Viale Marconi, il superamento delle condizioni di rischio idrogeologico con un intervento più esteso lungo il Fosso di Vallerano; e l’edificazione sostenibile di basso impatto ambientale e con elevati standard energetici attraverso l’adozione di materiali e tecnologie d’avanguardia». I cambiamenti saranno analizzati dalla Regione Lazio, l’Avvocatura deciderà il destino dell’attuale Conferenza dei servizi.