Al Mancini Park Hotel di Roma si è aperta la due giorni, in programma 4 e 5 febbraio, organizzata da ANDES, l’Associazione Nazionale Delegati alla Sicurezza e incentrata su un tema sempre molto attuale nel mondo del calcio, ovvero la sicurezza legata agli eventi sportivi. L’evento, intitolato “Tifosi protagonisti dei grandi eventi sportivi: le best practice per ottimizzare accessibilità e sicurezza” e moderato dal giornalista de ‘Il Corriere dello Sport’ Fabio Massimo Splendore, ha visto la prestigiosa presenza del Questore di Roma Roberto Massucci, oltre a ospiti di livello nazionale e internazionale. Oltre al presidente di ANDES Ferruccio Taroni, presenti anche Giovanni Spitaleri in qualità di esperto UEFA/Figc in materia di organizzazione e sicurezza negli eventi, Francesco Gianello (Head of Stadium and Facilities Juventus e Presidente ESSMA), il professor Nicola Ferrigni, docente associato del Dipartimento DIKE presso l’Università degli Studi della Tuscia, e il Prefetto Francesco Tagliente, tra i padri fondatori dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive.
A margine è intervenuto in esclusiva a Calciomercato.it il Questore di Roma Roberto Massucci, partendo dalla gestione di Roma-Eintracht: “Una partita internazionale con protagonista una tifoseria che altrove ha creato dei problemi. La grande scommessa messa in campo in una logica di insieme è stata quella di andare a incidere sulla politica di ticketing, un largo anticipo, un’adeguata informazione ai tifosi e un coinvolgimento delle società, una pianificazione dettagliata della società. Così la partita si è svolta in assoluta serenità, raggiungendo l’obiettivo della sicurezza ma anche della partecipazione dei tifosi stessi protagonisti. Ma devo dire che anche i tifosi tedeschi hanno seguito alla lettera le indicazioni fornite dalle Autorità, partecipando alla città come turisti. Il grande successo è stato percepire dai miei collaboratori una gestione serena”.
Avevate parlato dell’ultimo derby Roma-Lazio come prova di maturità sia per i club che per i tifosi. Prova superata? “Quella dei tifosi direi di no. È andato tutto bene solo grazie a un grande impegno delle forze dell’ordine, ma è il nostro mestiere. Penso sia giusto giocare quando l’organizzatore decide e non decidono le autorità di sicurezza. Le tifoserie che non hanno mostrato alcune maturità in questa occasione e si prenderanno le loro conseguenze”.
Ma la linea sarà ancora quella di non chiedere spostamenti in caso di derby in serale. “Le valutazioni sulle misure di sicurezze e le decisioni da prendere devono essere sempre fatte su casi specifici, ma in linea di principio gli eventi si devono giocare nella loro sede naturale e con le modalità stabilite da chi organizza”.
Il presidente Gravina ha detto che la violenza negli stadi è da considerarsi praticamente debellata e quanto accade fuori sfugge al controllo del calcio ed è più questione di ordine pubblico. “Non sono assolutamente d’accordo. Quello che succede per le strade è figlio di quello che accade all’interno degli stadi. C’è una deriva di illegalità all’interno degli stadi, la problematica non è affatto debellata e c’è da lavorarci con la logica del lavorare insieme. Nessuno si deve schierare”.
Gravina ha parlato anche del bisogno di un pre-Daspo, vietando l’ingresso allo stadio a chi si è macchiato di determinati reati anche fuori dall’ambito calcistico. “Già esiste, si chiama ‘Daspo fuori contesto’. Attribuisce delle caratteristiche di pericolosità. Il Daspo è una misura di prevenzione che si base sulla pericolosità dell’individuo, per cui aver commesso determinati reati ed essere effettivamente considerabile pericoloso al di là che questo sia accaduto in contesto di stadio oppure no può essere motivo di applicazione del Daspo. Questa è una norma che già c’è”.
Sicurezza negli stadi, il Questore Massucci: “Curve fuori controllo, evitati eventi drammatici”
Particolare sentito e duro l’intervento del Questore di Roma Roberto Massucci anche durante il convegno: “C’è stato un punto che abbiamo messo, ovvero la morte di Filippo Raciti ed Ermanno Licursi, che viene spesso dimenticato. Considero il mondo ultras un contesto di valore del mondo del calcio. Si può essere ultras muovendosi all’interno di una cornice di legalità molto ampia senza mai debordare e sfociare nell’illegalità, altrimenti non si è più ultras, ma delinquenti. Siamo a rischio di eventi drammatici, solo la fortuna ha evitato che in alcuni fatti recenti ci fossero epiloghi drammatici. La situazione all’interno delle curve è fuori controllo“.
“Le tifoserie si incontrano lontano dagli stadi, ma nasce tutto all’interno delle curve, dove si stabiliscono i ruoli, chi comanda e chi esegue. Nelle curve si commettono reati ma non è un’opinione, basti vedere l’indagine a Milano, lo stesso a Verona dove abbiamo identificato quasi un migliaio di assuntori segnalati alla società. Il Bentegodi era una piazza di spaccio. Le sostanze venivano stoccate al bar, poi il bagno diventava un luogo di accesso esclusivo, i capi decidevano chi entrava e chi no. Si faceva uso delle sostanze e poi si tornava su a gridare ‘Forza Verona’”.
Roberto Massucci ha poi continuato a spiegare: “Una delle cause è il cambio generazionale. È cambiato il meccanismo di aggregazione nelle curve, sono cambiati gli interlocutori. Si è verificato il fallimento totale dello SLO, perché i club non ci hanno investito ed è un fatto grave. Ancora devo trovare uno SLO che abbia consapevolezza del proprio ruolo che faccia da cuscinetto con le forze dell’ordine e che entri in correlazione con i tifosi. Altrimenti si finisce per avere il rapporto che l’investigatore ha con l’informatore. Il sistema deve essere che chi sbaglia paga, la paura delle conseguenze deve essere la via maestra”.
“In molti mi hanno chiesto come mai non avessimo deciso di vietare la trasferta della tifoseria dell’Eintracht nel match con la Roma. Vietare le trasferte è come alzare un muro e la controparte si impegna ad abbattere questo muro. Lasciando le macerie. C’è stata però grande serenità nella gestione della trasferta, anche perché i miei collaboratori sono molto bravi. Abbiamo cominciato a lavorare a questa partita tre mesi fa, sul ticketing, sulle informazioni, sull’afflusso allo stadio. Sono arrivati quindi 3500 e più tifosi tedeschi che sono stati tranquillamente in città. Poi sono stati scortati in sicurezza con le navette Atac gratuite, perché pagate dalla società. Abbiamo anche cercato qualche imbecille che stava pianificando azioni alle navette. Ma avrei voluto portarli qui per farveli vedere. È una cosa grave, perché gli stessi individui li troviamo nei luoghi della movida”.
“Magari facevano parte dello stesso gruppo che la mattina dell’ultimo derby giocato hanno confezionato delle lance fatte coi tubi degli impianti idraulici e dei taglierini applicati con lo scotch, le mazze con gli spuntoni, anche con un certo impegno. Ho sentito dichiarazioni di rappresentanti dello sport che è un problema di ordine pubblico quello che è successo tra un gruppo di tifosi laziali, partendo dalla propria curva organizzando certe azioni, e i tifosi della Real Sociedad. È un problema di tutti. Ho visto che in Sud ci sono almeno 2000 persone in più di quelle che ci devono stare, ora stanno diminuendo perché stiamo applicando delle norme, delle strategie precise. Le stiamo costruendo mattoncino dopo mattoncino, all’insegna solo del concetto di legalità. E questo deve riguardare tutti”.
“Anche gli steward. Ho visto gli steward della Roma gestire in autonomia con le forze dell’ordine il trasferimento di 3500 tifosi dell’Eintracht con grande professionalità. La Legge dice che il calcio deve aiutare a risolvere questi problemi. Posso dire senza essere smentito è che giorno dopo giorno per chi avrà comportamenti di illegalità ci saranno conseguenze. Con la dovuta sostenibilità ma costanza. Il principio è chi sbaglia paga. C’è stata soddisfazione di aver fatto un derby di sera, non ce la faccio a sentire che a Roma il derby di sera non si può giocare. Io mi sono affacciato allo stadio e mi sono emozionato vedendo i 62mila“.
FONTE: calciomercato.it / F. Iucca