A dicembre ci sono le festività natalizie. C’è la festa dell’Immacolata, che spesso permette una piccola vacanza o quantomeno il primo respiro di addobbi e lucine. Per i bambini (principalmente del nord) c’è anche la festività di Santa Lucia. Una martire siracusana del ‘300 che recapita loro, se li meritano, i regali richiesti nella proverbiale letterina. Se sei di Milano c’è addirittura il Patrono della città, Sant’Ambrogio. Magari c’è pure il tuo compleanno, e allora diventa il tuo mese preferito. Anche se fosse un anno che vorresti dimenticare. E che invece non dimenticherai. Perché della nostra esistenza non possiamo, e forse neanche dobbiamo, dimenticare niente. Ma farai diventare un nuovo ennesimo punto di partenza. Più consapevole, più maturo, più esperto. Tanto noi siamo la somma (assolutamente straordinaria, per quel poco) di quello che ci succede. In cui, normalmente, hanno più peso le cose negative. Quello che ci resta da fare è semplicemente girarle a nostro favore e, soprattutto, dare a ogni cosa soltanto il valore che ha.
Il mio compleanno è in settembre. E trovo estremamente riduttivo doversi occupare solo e soltanto di sé stessi. Ma in questo dicembre (come se non ce ne fossero già abbastanza) hanno deciso di metterci anche un referendum sulla modifica alla Costituzione. E, senza fare classifiche di importanza, il derby. Che fluttua su poche emozioni finchè Wallace tenta di disegnare un’uscita palla al piede degna del miglior Alessandro Nesta. Ma si sa che anche uno dei più grandi difensori della storia italiana non aveva un grande rapporto con le stracittadine. La zona del campo non autorizzerebbe neanche il pensarci. Gli riesce malissimo. Ma la matita che usa non è cancellabile come qualcuno ha detto di quelle dei seggi elettorali e la pennellata finale al quadro la mette Strootman, prima di correre sotto una Curva Sud purtroppo mezza vuota e senza colore. Tocca poi a Nainggolan incorniciare una vittoria molto importante per morale e classifica.
Staremmo ore, o pagine, a parlare di un derby vinto. Ma il 5 dicembre è una data in cui è successo tanto nella storia. Per esempio, nel 1925 ci fu la prima al Teatro Bol’soj di Mosca di una pellicola firmata da Sergej Michajlovic Ejzenstejn, regista lettone nelle cui vene scorreva anche sangue ebreo e svedese. Ci sono tante cronache dell’epoca che riportano il 21 gennaio 1926 come data della prima. Sembra essere l’ipotesi più accreditata, ma non volevamo perdere l’occasione di un argomento così invitante: La corazzata Potemkin. Film muto che raccontava in maniera semiveritiera le vicende dei membri della nave da battaglia Potemkin, costruita dalla Marina Militare Russa per essere mandata in azione nel Mar Nero. L’ammutinamento del suo equipaggio, dovuto alla contestazione di una provvista di generi alimentari avariati, è uno dei fatti più noti legati alla Rivoluzione Russa del 1905.
E’ un’opera molto influente anche nel cinema che verrà. Woody Allen prende parodicamente alcuni elementi per il suo Amore e guerra. In Italia il riferimento più preciso è in C’eravamo tanto amati di Ettore Scola. La scalinata è quella di Trinità dei Monti. Ma Nino Manfredi, Stefania Sandrelli e Stefano Satta Flores (che interpreta un critico cinematografico) ripercorrono la scena della scalinata di Odessa. Che è proprio uno di quegli avvenimenti rivisti in chiave narrativa e cinematografica. Perché a Odessa gli scontri tra soldati e popolazione avvennero tra le vie della città. Era però difficile resistere al fascino di quei 192 scalini in granito rosa, progettati da due architetti: Avraam Mel’nikov e il sardo Francesco Boffo.
C’eravamo tanto amati, va bene. Ma la fama italiana la deve a Il secondo tragico Fantozzi, 1976. Il regista Luciano Salce, non ottenendo i diritti per utilizzare le sequenze originali all’interno del suo film con lo scopo di prendere in giro una corrente snobista abbastanza dilagante nell’Italia di metà anni ‘70, storpiò il nome di Ejzenstejn (che diventò Serghei M. Einstein) e rigirò alcune delle scene più celebri creando il leggendario La corazzata Kotiomkin. Quello dei “92 minuti di applausi”. Quanto a noi, invece, i soliti 92 minuti di apnea. Anzi, qualcuno di più. O forse qualcuno di meno. Non era cominciata benissimo, ma è finita in crescendo e fortunatamente in trionfo.
Non come quell’Inghilterra-Italia che Fantozzi non può vedere perché convocato al cineforum aziendale ma pazienza. Che è anch’essa una partita che non esiste. Le poche immagini che si vedono sui televisori che Fantozzi tenta di scrutare durante il suo tragitto sono relative a un Italia-Olanda dell’anno precedente. La prima sfida tra italiani ed inglesi in epoca moderna è del novembre 1976. Quindi dopo l’uscita del film, avvenuta in aprile. Quanto al responsabile del cineforum Guidobaldo Maria Riccardelli (interpretato da Mauro Vestri) ricordiamo che, dopo la rivolta dei dipendenti, “fu costretto per due giorni e due notti consecutive a visionare ininterrottamente a rotazione: Giovannona coscialunga, L’esorciccio e La polizia s’incazza”. Per quanto neanche La polizia s’incazza sia mai esistito.
Per ricorrenze inequivocabilmente precise dobbiamo spostarci negli USA. E come tramite la voce di Marjorie Biondo. Artista romana che ci ha provato persino con il Festival di Sanremo, partecipando nel 2000 alla sezione Giovani. Come hanno fatto i suoi cognati. Cioè Fiorello, che ha sposato sua sorella Susanna, e Riccardo Sinigallia che è il fratello di Daniele, suo attuale compagno. Per tornare poi alla sua prima occupazione, ovvero la voce cantata nel doppiaggio di cartoni animati. Il primo fu La bella e la bestia. Il secondo esce nei cinema italiani il 5 dicembre 1994 e si chiama Nightmare before Christmas. Capolavoro dell’animazione stop-motion, ovvero quella tecnica di ripresa che si avvale di un fotogramma al secondo, al posto dei classici 24 usati nel cinema. Un titolo che non ha bisogno di tante traduzioni. Avreste un’altra definizione per un ipotetico diverso risultato in un derby di dicembre?