“Certo che voi bulgari siete delle sagome!”, così deve aver detto Gennaro Gattuso, allenatore del Pisa, una volta appreso del rischio che la sua squadra possa essere penalizzata di 1 punto in classifica. Le stesse parole che Elio (e le Storie Tese) dice al suo omologo balcanico nel video della loro Pipppero. Quando quest’ultimo, al fantomatico confine italo-bulgaro, si rifiuta di far entrare nel proprio paese alcuni vinili di pietre miliari della storia della musica. Invece in Italia le fidejussioni assicurative dei broker bulgari entrano, solo che a volte lo fanno in ritardo.
I racconti di frontiera si sovrappongono. Nell’estate 1991 un fotografo italiano, Massimo Rana, si era recato nella zona turca di Cipro per scattare alcune fotografie a un insediamento militare proibito. Venne arrestato con l’accusa di spionaggio e subito associato alla Grecia, che aveva giurisdizione sull’altra parte dell’isola. Subì un processo, peraltro pilotato, in cui venne condannato e immediatamente espulso. Ascoltò la sentenza, e abbandonando il tribunale passò dalla scrivania del giudice, da cui si riprese le foto approfittando di un momento di confusione.
Qualche tempo dopo portò agli amici Elio e le Storie Tese la prima pagina di un giornale turco-cipriota con sopra la sua foto e quello che sarebbe diventato il titolo del nuovo album della band: “Italyan, rum casusu cikti”. Le traduzioni sono sempre state grammaticalmente differenti ma sostanzialmente uguali: o “il caso della spia italiana mandata dai greci” o, più plausibilmente, “espulsa la spia italo-greca”. Le zone e le culture non sono comunque troppo distanti dalla natura di Pipppero, che è probabilmente la canzone più importante dell’intero album.
Tutto comincia negli stessi giorni. Il 1 maggio 1991 Elio e le Storie Tese si esibiscono al famoso Concerto del Primo Maggio. Cominciano a cantare Cassonetto differenziato per il frutto del peccato, ma quasi subito il testo si tramuta in quello di Sabbiature, anticipando alcuni temi di un periodo piuttosto intenso per la politica italiana. L’esibizione viene interrotta, e il gruppo portato via dal palco. Il video di Pipppero ripercorre gli eventi successivi, il tutto nello stile della band. Che, braccata dal governo, fugge in Bulgaria. Lì viene trattenuta come ostaggio musicale, perché ritenuta colpevole di un traffico internazionale di Ramaya. E’ un famoso brano dell’artista mozambicano Afric Simone, che in Bulgaria sarebbe considerata “la canzone proibita”. La band ottiene il rilascio soltanto dopo aver promesso di consegnare la propria copia di Ramaya alle autorità locali. In cambio avranno una copia del ballo nazionale bulgaro, il Pipppero.
Allora Elio propone al bulgaro di immettere entro i propri confini nazionali anche altri grandi capolavori musicali, eludendo la censura. Tra questi c’era Kung fu fighting del giamaicano Carl Douglas, 1974, una delle canzoni pretendenti al titolo di primo brano della storia della disco music (“quella degli anni ’70, col tipico ritmo incalzante di cassa rullante e charleston”, sempre per parafrase Elio e Le Storie Tese e la loro Discomusic). E Fly Robin fly delle Silver Convention, one-hit wonder al femminile i cui fili erano mossi da alcuni discografici tedeschi. Risposta totalmente negativa.
Risalta la contrapposizione con Vienna, che invece è entrata tante volte nei percorsi artistici di grandi musicisti classici. Da Ludwig Van Beethoven a Wolfgang Amadeus Mozart, da Franz Von Suppè alla dinastia degli Strauss, fino ad Antonio Vivaldi. Ma ancora non è dato capire se il calcio di Francesco Totti appartenga più alla musica o alla poesia. Verrebbe da dire la seconda, guardando come manda in gol El Shaarawy e Florenzi contro l’Austria Vienna. La musica è invece quella che sembra spegnersi dopo, quando agli austriaci viene concesso il privilegio di riaprire la partita e successivamente di arrivare al pareggio. Con il girone di Europa League che si complica un po’ più di quanto non lo fosse finchè eravamo in vantaggio. Poesia, musica, mentalità. Serve tutto.
La prima partita della domenica pomeriggio a finire è Empoli-Chievo. Evidentemente non ne potevano più neanche loro. A Cagliari invece avrebbero continuato a giocare per giorni. Vince la Fiorentina, ma l’avere una squadra che sta nella parte sinistra della classifica aiuta i cagliaritani a pensare solo ai tanti gol visti e non alla sconfitta per 3-5. Il derby di Genova ha rispettato in pieno il proprio nome. Torino e Lazio pareggiano una gara che creava molta curiosità, e la sconfitta di Bergamo complica ulteriormente il già difficile compito di Frank De Boer all’Inter. Mentre la vittoria del Milan sulla Juventus (o la sconfitta della Juventus con il Milan, come preferite; c’è parecchia differenza tra i due modi di guardare il risultato) ha reso questo campionato ancora più interessante del previsto.
Anche il confine tra Roma e Palermo non esiste. C’è troppa differenza, nonostante i tentativi di rendere avvincente il prepartita sottolineando più volte come i rosanero fossero imbattuti in trasferta. Però la squadra di Chochev (mettiamo prima lui solo perchè si tratta di un bulgaro, non ha particolari meriti conseguiti) non sembra mai in grado di creare grossi problemi. Alla Roma basta aprire la partita per vincerla, per segnare altri 4 gol e subire immancabilmente quello (almeno 1) dell’avversario. Ma se c’è qualcosa che invece non sembra bastare, in generale, è proprio quello. Luciano Spalletti non gradisce più di tanto, ed è comprensibile. Poesia, musica, mentalità. Mani sulla faccia, testate al tavolo. Quando cresceremo anche sotto quell’aspetto?