Paulo Dybala torna a San Siro che già lo ha visto felice il primo ottobre. Con una volée di sinistro avviò il ribaltone contro l’Inter, mostrando la maschera ai tifosi che potevano essere suoi, nella serata più bella del campionato della Roma. Stavolta proverà a tenere aperta la corsa alla Champions in uno scontro diretto che può rappresentare la svolta della stagione.
Tralasciando la cabala, che conta il giusto, è Dybala la Grande Speranza. Non perché è un campione del mondo ma perché è il campione della Roma. Senza il suo “Paolino”, capocannoniere e ispiratore della squadra, Mourinho ha perso tre partite su sette, conquistando appena 8 punti.
Quando Mourinho lo descrive come “la luce” forse non cerca alibi per un gioco ancora insoddisfacente e per la distanza dalla zona Champions. Si rende conto di una realtà, della quale sono stati finora protagonisti negativi tanti altri giocatori che – inconsciamente o meno – si sono sentiti deresponsabilizzati dalla nuova stella del gruppo e hanno reso al di sotto delle loro possibilità.
Il Milan gli porta tradizionalmente bene: gli ha segnato 7 gol, aggiungendo al pallottoliere offensivo 5 assist. Però fuori casa, quindi al Meazza, non lo colpisce da una vita. Addirittura dal 2 novembre del 2014, a 21 anni, quando giocava nel Palermo.
Con la Juventus non ci è mai riuscito. Una motivazione in più per farlo con la Roma. In questo campionato Dybala è stato battuto solo a Udine, in una serata di blackout generalizzato che risale al 4 settembre, e punta a prolungare l’imbattibilità.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida
Ritardo Nervosa Affonda Roma Vina Espulso Mourinho Attende Piano Friedkin