Fosse solo Salah, invece no. Lovren, van Dijk, Chamberlain, Milner, Firmino, Mané, Emre Can, ne ha Klopp, ne ha, eccome. Quel Klopp, teorico e pratico del 4-3-3, momentaneamente abbandonato dal suo futuro rivale Di Francesco. Quel Klopp che fa «impazzire» il capitano della Roma, Daniele De Rossi, che, pure lui, non vede l’ora di provarci, di viverla: «Possiamo farcela». Quel Liverpool che ti fa sempre scendere sulla pelle un brivido in più. Calma, non è una finale, non si disputa solo all’Olimpico; è una semifinale che si gioca anche all’Olimpico, il ritorno, il 2 maggio, mentre l’andata ad Anfield il 24 aprile. You’ll never walk alone, cantano i tifosi dei reds, un urlo che prende anche quelli giallorossi, che non vogliono lasciare sola la Roma mai, nemmeno in Inghilterra: tanti hanno già preso il biglietto aereo senza quello della partita. Il ritorno caro costerà: i prezzi per gli abbonati, curve a 35 euro, distinti a 50, per le tribune invece sale a 85 euro (ieri subito file nei Roma store). Quelli per la vendita libera, curve a 65 euro, distinti a 85, Tevere a 140 e Monte Mario a 160. Ne varrà la pena, assicurano. Liverpool-Roma, Roma-Liverpool, una andrà a Kiev, il 26 maggio c’è la finale di Champions. Perché non crederci? E’ il motto che sale da Trigoria e quello arrivato da Nyon, dove Shevchenko ha estratto gli accoppiamenti. L’altra semifinale è tra Bayern e Real (25 aprile e 1 maggio).
C’È STATA – Terza volta tra Roma e Liverpool dopo quella maledetta notte del 1984: una in Coppa Uefa (2001), l’altra in Champions nella seconda fase a gironi (2001-2002), in panchina Capello con la Roma campione d’Italia. Robetta in confronto a questa e questa forse è robetta in confronto al 1984. C’è ancora un (doppio) passo da fare. Ma quando c’è il Liverpool, alla fine, si accendono sempre i riflettori. «Con il ritorno in casa, spero che il fattore campo sia decisivo. Bisogna ambire alla vittoria della Champions», il cambio di prospettiva del dg Baldissoni e del ds Monchi. Ci crede la società, ci crede la squadra, ci deve credere per forza l’allenatore, Di Francesco (ha vinto il premio Bearzot), che infatti spinge tutti a farlo, pur rispettando chi ha appena eliminato il City: «Sono sicuro che nei cuori di tutti i romanisti c’era questa partita. Sincronizziamo ancora i nostri battiti con i loro e affrontiamo la semifinale con la grinta e l’orgoglio che ci hanno portato fin qui».
L’AMICO RITROVATO – Davanti c’è un amico della Roma, Salah («amo la Roma, so che i miei ex compagni volevano evitare il Liverpool»), 39 gol fino a ora, non male. Un amico che sorride con dolcezza, ma che se scappa ti fa male. Rivale stavolta ma – come dice lui – «amici al cento per cento». Poi è giusto che in questi casi, non ci sarà da fidarsi nemmeno degli amici. E come dice Klopp «pensare di aver già vinto con chi ha eliminato il Barça, non ha capito niente». Ecco perché crederci.