Il Genoa per lui non può essere un’idea come un’altra. Non lo è per nessun romanista. Da quell’8 maggio 1983 all’ultimo 28 maggio. Trentacinque anni di emozioni forti iscritte nel patrimonio genetico di chi ha il giallorosso nel cuore. Come Alessandro Florenzi, che il giorno del secondo scudetto non era ancora nato, ma evidentemente aveva dentro di sé quei brividi. E se anche non li avesse avuti in precedenza, sarebbe bastata un’altra partita contro il Grifone a imprimerglieli a fuoco. Quella che ha chiuso lo scorso campionato e soprattutto la leggendaria carriera del più grande fuoriclasse che abbia mai vestito la maglia della Roma.
Il 28 maggio Florenzi quel giorno non era in campo ma c’era. Eccome se c’era, sia pure ancora alle prese con i postumi del maledetto infortunio al legamento crociato. Non sarebbe mancato per nulla al mondo all’addio del suo Capitano. Le telecamere impietose e voyeuriste lo immortalarono più volte, coi lucciconi agli occhi come la totalità dei presenti. Eppure quel giorno, passato alla storia per quell’amore lì, è stato fondamentale anche per quanto stiamo vivendo oggi. È stato proprio il 28 maggio, proprio all’ultimo respiro, proprio come in una favola, che la Roma ha conquistato l’accesso diretto alla Champions League. E mai come in questi giorni quel gol di Perotti a tempo scaduto è stato benedetto.
Rovesciata Ma di gol al Genoa se ne intende anche Florenzi, che proprio nei rossoblù trova una delle sue vittime predilette. Tre centri contro di loro, tutti belli (ammesso che ne esistano di brutti quando li segna la Roma) e significativi. Tre perle, in una collezione da fare comunque invidia alle migliori gioiellerie. Il primo con una spettacolare rovesciata che apre una delle tante goleade della prima squadra di Rudi Garcia, quella destinata a stracciare ogni record. È l’ultima giornata del girone d’andata e i giallorossi trionfano 4-0 con Alessandro mattatore. Non soltanto con la strepitosa firma sull’acrobazia che vale il vantaggio. Ma anche con una discesa sulla fascia a mille all’ora conclusa con l’assist vincente per la terza rete di Maicon.
Coast to coast Poco più di un anno dopo il bis. Ancora un finale, questa volta non di girone ma di campionato. Con un clima completamente differente rispetto alla stagione precedente. La Roma è in lotta per la piazza d’onore con i rivali cittadini, dopo aver dilapidato un vantaggio cospicuo. La gara con il Genoa è improntata alla sofferenza, come molte altre di quel travagliato periodo. Il vantaggio di un gol pare risicato e gli avversari premono, ma in pieno recupero Florenzi strappa un pallone sulla trequarti difensiva innescando una cavalcata che chiude soltanto in area avversaria, con una botta sotto la traversa. Con quella rete i giallorossi sanciscono il contro-sorpasso, ricacciando in gola ai dirimpettai di stanza a Formello le premature esultanze di qualche settimana prima. Poi ci penserà Yanga-Mbiwa a chiudere definitivamente il cerchio e a far tornare le cose nel proprio alveo naturale.
Diagonale al volo La terza griffe del numero 24 al Genoa arriva nuovamente in un finale, questa volta di ciclo. La stagione sembra malinconica e gli uomini di Garcia si barcamenano ben lontani dalla vetta, al contrario di quanto annunciato dalle ambizioni di un mercato sontuoso. L’eliminazione dalla Coppa Italia per mano di un’altra ligure con un blasone di gran lunga minore ha portato la situazione a un bivio e l’esonero del tecnico sembra imminente. Ma un diagonale al volo di Alessandro vuol dire vantaggio Roma, e la sua esultanza con abbraccio all’allenatore è anche più significativa. È rimasto quello l’ultimo gol di Florenzi al Grifone. Anche perché una serie di infortuni gli ha impedito di giocarci contro, fino alla gara d’andata della stagione in corso. Una partita in qualche modo spartiacque, con i giallorossi raggiunti dopo l’espulsione di De Rossi e probabilmente all’alba di una crisi che all’epoca non era ipotizzabile.
Livelli raramente raggiunti Ma adesso è un’altra storia e il mondo pare capovolto. Quello romanista sopra ogni altro. La semifinale di Champions appena conquistata ha proiettato tutti su dimensioni raramente sfiorate. Ma prima c’è la qualificazione al torneo dell’anno prossimo da raggiungere. Passando anche per il Genoa. Florenzi sembra aver smaltito i postumi di un virus che gli ha impedito di giocare il derby da titolare. E questa sera potrebbe rientrare dall’inizio. E rinverdire il suo feeling con il gol ai rossoblù.