Andrea Abodi, Presidente del Credito Sportivo ha parlato del nuovo stadio della Roma.
C’è stata una bellissima manifestazione al Flaminio? “Lo abbiamo fatto per prenderci delle responsabilità. E’ stato un bel Natale di Roma, hanno pensato di festeggiarlo sistemando il luogo simbolo dello sport in città. Ognuno può fare qualcosa. Perché ci lamentiamo sempre che le istituzioni non fanno qualcosa, quando noi non ci prendiamo le responsabilità. Abbiamo cercato di porre rimedio ai comportamenti poco consoni degli altri cittadini”.
Può spiegare cos’è il Credito Sportivo? “E’ la banca dello sport e della cultura pubblica. Ha 60 anni di vita ed ha finanziato negli ultimi due anni almeno 2000 cantieri. Ha una funzione sociale importante perché investe nelle nuove infrastrutture e sistema quelle precedenti”.
Ci sono molti controlli… “Lo facciamo con le istituzioni pubbliche ma anche con le società private. Fino ad oggi è stata una banca che ha lavorato con molta umiltà, dobbiamo lavorare ancora di più”.
So che Pallotta vi ha chiesto quasi due miliardi… “Mi sembra eccessivo. C’è un progetto che merita di andare avanti, dentro il quale c’è uno stadio, ma anche qualcosa di più. Lo stadio di Testaccio è un’altra suggestione storica, perché c’è da ripristinare un pezzo di storia sportiva, che è quella della Roma”.
Ci sono novità sul Campo Testaccio? “L’assessore allo sport sta per prendere in mano la situazione, c’è la volontà e tutti gli ingredienti. La Roma è pronta a prendere in esame un progetto, si parla del ripristino dell’area”.
Ci sono molti tifosi legati al Campo Testaccio… “Non voglio fare affermazioni assolute perché bisogna essere responsabili. Stiamo lavorando per questo, ci sono possibiiltà per farlo tornare un impianto sportivo soprattutto per le giovanili della Roma. E’ bello che in uno stadio storico si costruisca il futuro della società. Attorno allo stadio si sono costruite delle strutture e dobbiamo conquistare qualche metro, perché è più piccolo ora. Ci sono le condizioni”.
Possiamo affermare che oltre all’Olimpico ci saranno altri tre stadi? “Anche questo è un po’ esagerato. E’ lo spirito con cui lavoriamo in tutta Italia. Lavoriamo a Verona, a Firenze, a Bologna, a Bari e molti altri. Sono progetti silenziosi perché non lavoriamo sulla comunicazione finché non ci sono fatti concreti”.
Liverpool-Roma e Roma-Liverpool, quanto vale questo per la città? “Moltissimo perché è un appuntamento internazionale, richiama anche un po’ la storia. E’ una rivincita che solamente il calcio può offire. Chi l’ha vissuta la vivrà con passione. Mi auguro che ci sia tifo e passione, ma anche sicurezza, in questo campo non ci sono rivincite da prendersi. Mi auguro che una squadra italiana dopo tanti anni riesca a raggiungere il massimo obiettivo europeo. In 180 minuti può succedere di tutto, la Roma ha le caratteristiche per raggiungere questo traguardo straordinario che all’inizio della stagione era inaspettato”.
La Roma viene trattata bene nella comunicazione? “Non sono mai entrato nel dettaglio, perché spesso si viene trattati per come ci si pone. Io non penso che venga trattata male. E’ un ambito dove il pensiero viene lasciato andare, è tutto opinabile, il calcio è questo: tutti possono esprimere un’opinione. C’è grande passione ed il pensiero è un po’ troppo libero. La comunicazione si è molto allargata, non si parla sempre con cognizione di causa e con la giusta preparazione. Con un progetto forte, come quello della Roma, serve la forza di non pensare ed andare avanti”.
Si può togliere la pista per Roma-Liverpool? “Sarebbe una cosa meravigliosa togliere la pista e dare all’atletica la sua dignità. In altri posti, in accordo con la Federazione dell’Atletica leggera. Il progetto dello stadio prevede lo spostamento della pista per evitare un conflitto con il calcio. Il rispetto reciproco vale anche in questa tematica. Il calcio non deve essere assoluto, ma deve farsi anche carico. L’olimpico ospita eventi non solamente calcistici, come il Golden Gala. Il cuore dei tifosi è talmente grande che la distanza tra il campo e la curva si colma facilmente”.
Si può quantificare l’investimento del Credito Sportivo nello Stadio della Roma? “Quel piano di sviluppo ha due anime: una sportiva ed una chiamata Business Park. Noi saremo su entrambi i fronti perché crediamo che il progetto sia unico. Non abbiamo definito il perimetro del nostro finanziamento ma saremo in compagnia: ci sarà un pool di banche a finanziare il progetto. Lo sapremo quando sarà approvato il tutto, il nostro spazio sarà certo perché già ne stiamo parlando con la Roma”.
Senza l’ok non ti danno i soldi. Pallotta ha molta fretta… “E’ giusto, anche Roma Capitale ha portato a termine le attività preliminari. E’ questione di mesi per sciogliere i nodi finali. Mi auguro che all’inizio del prossimo anno arrivi il momento giusto”.
Il tifo è talmente importante da far amare Roma anche alla gente che viene da fuori… “E’ facile quando si vince contro il Barcellona si tiri fuori tutto. Bisogna avere il coraggio di tirar fuori i sentimenti, ognuno tira fuori quello che ha dentro. Convengono tutti i fattori positivi in questo caso: quando c’è sintonia tra il club e la tifoseria si creano le condizioni perfette per la grande impresa. Io sono un cittadino romano prima che italiano. Tra un mese, entro giugno, faremo un’altra giornata entrando dentro lo Stadio, tra le due cancellate c’è molto da lavorare”.