Siamo quasi al “mafia, pizza e mandolino”. «Io in Italia? Sto bene a Liverpool e poi in italiano so dire solo spaghetti». Ecco, appunto. Ci si mette pure il rude Klopp, barba, capello tedesco e occhialoni, ed è bastato solo chiedergli se allenerebbe un giorno in Italia per farlo inciampare nella retorica più spicciola. Ma in fondo il suo era solo un modo per allentare la tensione: l’obiettivo suo e di Liverpool, oggi, è mangiare la Roma, agli spaghetti e all’Italia penserà più in là, semmai. «Con Eusebio non ho solo occhiali e barba in comune: siamo partiti dal basso, cominciando ad allenare le piccole. Sul gioco ci sono poche similitudini tra noi, anche se a lui, come a me, piace organizzare una squadra che sappia imporre il proprio gioco». In comune poi, non hanno nemmeno Salah – premiato come miglior calciatore dell’anno – perché l’egiziano è finito alla corte di Klopp proprio quando Eusebio si stava accasando a Roma. «Sono felice e sono fiero di Momo, non solo per il premio ricevuto. L’uomo che è ora, lo è diventato grazie anche alla Roma. E i difensori italiani gli daranno una bella accoglienza come prevedibile…». Klopp ha parole dolci per la Roma. «E’ una squadra che va rispettata. Magari non tutti conoscono Liverpool mentre Roma è una grande città, possiamo mostrare quanto siamo belli. E noi ce lo meritiamo».
OUTSIDER Roma e Liverpool in semifinale da outsider, questo è davvero il bello. «Forse qualcuno voleva il Barcellona o il City? Mi interessa poco. Ci siamo noi e mi piace così. La Roma con il Barça ha fatto una grande impresa, così come noi con il City, che ha dominato la Premier ma li abbiamo sconfitti con merito. Il nostro obiettivo è continuare a fare bene e arrivare in finale di Champions. Dzeko? Lo conosco bene, dai tempi in cui giocava in Germania, e mi piace molto. La Roma ha un gruppo molto forte, tutti a disposizione e tutti in forma. Sono grandi giocatori e pure con addosso un certo livello d’esperienza. E’ un’occasione per entrambe, sarà una bella partita». Klopp ha solo un dubbio in testa, che non scioglie durante l’incontro con i giornalisti. Non dà vantaggi, così come il suo collega Di Francesco: Henderson o Wijnaldum a centrocampo? In vantaggio a quanto pare è il primo. Salah è l’intoccabile. «Cara Roma, ti voglio bene ma ti batto», in sintesi i concetti ribaditi da Momo.