La polizia inglese non aveva raccolto l’allarme: l’arrivo dei Fedayn, partiti dalla stazione di Manchester e diretti a Liverpool, era stato segnalato dagli uomini della polizia italiana, ma era caduto nel vuoto, sottovalutato. Gli scontri prima del match di Champions di martedì sera tra Liverpool e Roma si sono consumati intorno alle 19,30 davanti allo stadio Anfield, le solite scene di guerriglia urbana tra tifoserie avversarie, cinghie, martelli, bastoni, riprese dalle telecamere. C’è un video nelle mani della polizia inglese in cui si vedrebbero i locals lanciare oggetti e provocare i romanisti, ma poco conta perché il bilancio è drammatico: Sean Cox, un nordirlandese di 53 anni, resta a terra, mentre le fazioni opposte continuano ad affrontarsi come se niente fosse. Quell’uomo, che secondo testimoni stava andando allo stadio con il fratello, ora è in coma al Walton neurological centre di Liverpool. Avrebbe riportato danni cerebrali irreversibili. I familiari della vittima raccontano di un gruppo di 13 assalitori, ma, al momento, l’accusa di tentato omicidio è stata formalizzata solo per Daniele Sciusco, classe ‘89, e Filippo Lombardi, classe ‘97, quest’ultimo ritenuto autore materiale del reato, le loro facce erano già note alla Digos per la vecchia militanza nelle file degli ultrà giallorossi, sebbene incensurati. Difesi dall’avvocato Lorenzo Contucci replicano: «Quell’uomo si è fatto male cadendo a terra». Sono stati riconosciuti dagli agenti romani in trasferta e ieri sono stati interrogati dalle autorità del posto, che hanno chiesto altre 12 ore di fermo prima dell’eventuale convalida. Ma le persone fermate per i disordini avvenuti a margine del match sono almeno 9,sei italiani e tre inglesi. Il bilancio potrebbe salire perché le indagini sono in corso e il sistema del “fermo” inglese (il tempo per fornire le prove) è diverso da quello italiano e le “convalide” arrivano dopo 24/36ore.
L’UEFA Il mondo del calcio è sotto choc, l’Uefa condanna l’atto «vile» e annuncia «provvedimenti severissimi» nei confronti del Club capitolino, ma il 2 maggio la partita all’Olimpico non sarà a porte chiuse. Piuttosto la Roma rischia di essere punita con una squalifica nella prossima stagione. A Nyon, sede dell’Uefa, si preparano all’apertura dell’indagine, i delegati che erano presenti ad Anfield stanno raccogliendo dettagli e testimonianze. Il pool avrà sette giorni al massimo per fare partire l’inchiesta. Da Londra, il presidente James Pallotta ha subito preso le distanze dai violenti condannando «fermamente il ripugnante comportamento di una sparuta minoranza di tifosi (…) che ha portato disonore al Club». La tensione, intanto, in vista della gara di ritorno nella Capitale è altissima. Gli oltranzisti giallorossi, “Roma”, “Boys”, “Romanismo”, “Nord alta” martedì avevano già disertato il meeting point predisposto a Liverpool, erano però stati rintracciati ad Albert Dock, il quartiere del porto, pieno di pub e locali. Anche la tifoseria non a rischio era arrivata nella stessa zona a bordo di pullman. Ed è stato necessario l’intervento della polizia, sia perché qualche scontro stava già andando in scena, sia perché circa 200, della tifoseria violenta, avevano deciso di raggiungere in corteo Anfield e non utilizzare i mezzi come previsto.
I FEDAYN I Fedayn, partiti in treno da Manchester, sono arrivati a Liverpool, poi, senza alcun controllo, hanno marciato per tre chilometri fino allo stadio di Anfield. Anzi fino all’ingresso del settore della “kop”, riservato agli ultrà Reds. È a questo punto che si scatena l’inferno. Cox sarebbe stato aggredito con una cinghia poi rimasta a terra. La polizia blocca circa 40 persone. Sono Fedayn, identificati e ripresi. E poi ammessi all’interno dello stadio. Entro il primo tempo le immagini degli scontri vengono esaminate, Sciusco, che aveva il volto scoperto, viene identificato subito dalla polizia italiana e raggiunto dentro lo stadio. Lombardi viene rintracciato poco dopo, lo riconoscono dalle scarpe e dal giubbotto. Sono accusati del tentato omicidio. Un tifoso, probabilmente inglese, viene ripreso con un martello in mano, le immagini fanno il giro del web. A Roma prima di entrare allo stadio i Fedayn si limitano ad esporre il loro striscione a piazza Mancini, ma è in trasferta che si sono distinti: scontri a Lione, a Londra e in Spagna. La loro militanza ultrà, Sciusco e Lombardi la rivendicano anche su Facebook (i profili riempiti di insulti, sono stati cancellati).Scrive Daniele, impiegato di Tor Marancia: «È nel sorriso di ogni diffidato l’odio per i servi dello Stato», gli fa eco Filippo, ex liceale dello scientifico “Teresa Gullotta”, studente di Cinecittà, ex portiere del Tor Tre Teste calcio, «un carabiniere ferito vale più delle teste rotte a donne e anziani…mai dalla parte di chi indossa la divisa».