(MEDIASET) Hai visto i due rigori?
“Ho visto quello di mano chiaramente, mi sono guardato intorno e ho pensato di aver visto mano ed ho chiesto ad Edin Dzeko, che mi ha detto “Credo di no”. Io stavo lì davanti, ma ormai conta poco se me fossi accorto o meno, l’altro mi sembrava fuorigioco ma poi non era neanche quello offside”.
Pesano questi episodi? “Pesa tutto, pesa l’andata, non è un discorso di crederci di meno o crederci tardi, ma che siamo andati in bambola all’andata. Non parliamo di rigori al 94’, avrebbe cambiato l’inerzia ma era il frutto di quanto detto anche negli spogliatoi di segnare subito”.
Che parole hai detto ai tuoi compagni? “Li ho ringraziati, sono orgogliosissimo di loro e che per onorare la cavalcata dobbiamo andare in Champions anche l’anno prossimo. Non siamo più scarsi degli altri e dobbiamo pensare che la Roma deve giocare la semifinale ogni 3 anni e non ogni 30, questo toccherà a chi rimarrà. Sono orgoglioso anche dei tifosi, si è ricreato qualcosa che non vivevo da quando ero bambino, serate piene di amore e romanismo. Ora siamo un tutt’uno e non si può fallire ora, abbiamo riconquistato i tifosi”.
C’è consapevolezza di essere tra le migliori squadre di Europa, deve entrare anche nello spogliatoio questa crescita mentale, c’è ora questa consapevolezza? “C’è e lo dimostra il fatto che molta gente magari pensa di salvare la faccia al ritorno con il Barcellona e invece ci siamo andati vicino anche stasera. Crederci e farlo per 90’ è tutta un’altra cosa, questa mentalità la fa la società, la fa il mister che ci ha creduto più di tutti e i giocatori. Importante che rimanga questa squadra con giocatori forti, non è una squadra che può stare a 20 punti dal Napoli”.