L’ex attaccante della Roma Marco Branca ha rilasciato queste dichiarazioni sulla sua ex squadra e non solo.
Non ti sembra esagerata l’enfasi sulla nazionale italiana? “Siamo in un periodo storico particolare. Siamo tutti in attesa di questo ricambio generazionale che prima o poi dovrà arrivare. Per vincere le partite ci vogliono dei giocatori capaci, in questo momento non abbiamo molti talenti e giovani che entrano adesso hanno bisogno di un periodo di tempo per adattarsi”.
Che cosa ha detto il campionato di quest’anno? “Credo che sia tornato ad essere ammirato da fuori, ci sono state molte battaglie e molte belle partite. L’appeal è dovuto anche al fatto che fino alle ultime giornate ci sono state lotte per diversi obiettivi”.
Il fatto che Totti sia stato un grande calciatore è determinante per il suo ruolo da dirigente? “Non credo che sia decisivo aver fatto il calciatore per fare il dirigente. Se al fatto di essere stato calciatore si abbina la capacità di prendere decisioni da dirigente, allora il connubio è perfetto”.
Perché ti chiamavano il cigno di Grosseto? “Perché molti giornalisti mi avevano accostato, per le movenze, al più famoso cigno di Utrecht che era Marco Van Basten”.
Le seconde squadre? “Come inizio di progetto va più che bene. In altri campionati ci sono da anni, quindi servirà tempo per consolidare questa struttura. Potranno portare vantaggi nel medio lungo termine per la competitività dei campionati e per far crescere i giovani, che nel campionato Primavera non c’è. Va benissimo tentare di essere più competitivi, se si è più competitivi ci sono maggiori vantaggi per i giovani. I giovani per giocare devono essere più pronti sia dal punto di vista fisico sia da quello mentale”.
A che cosa è dovuto l’aumento del prezzo dei cartellini? “Credo che Neymar abbia fatto storia. Nessuno l’ha mai fatto prima e chi l’ha fatto per primo ha ora più forza ed è normale che i prezzi siano lievitati. Quando il Milan di Sacchi acquistò 22 titolari ci fu l’aumento degli stipendi anche per quelli che stavano in panchina, senza contare oggi l’aumento dei diritti d’immagine e dei diritti tv. Consideriamo che ci sono comunque solo 5-6 squadre che possono permettersi di spendere quelle cifre”.
Erano vere le voci che ti accostavano alla Roma come ds? “Siamo rimati sempre nell’ambito delle voci, non c’è stato mai qualcosa di netto e particolare. In genere qualche telefonata me la fanno, ma non c’è stato nulla di concreto”.
Negli anni dell’Inter c’è stata qualche trattative saltata all’ultimo con la Roma che non è uscita sui giornali? “Direi di no, per quello che mi ricordo. Devo dire che negli anni che sono stato all’Inter sono stato abbastanza fortunato, nel senso che con il Presidente Moratti gli obiettivi che ci prefiggevamo li abbiamo quasi sempre raggiunti”.
Con Mourinho? “Ho sempre impostato un rapporto molto chiaro con gli allenatori. Condividevamo tutte le scelte”.
Qual è il tuo comportamento abituale nel calciomercato? “Nel mercato sono sempre stato discreto, prima si prendono i giocatori e poi si parla”.
Ti aspettavi il percorso di Di Francesco con la Roma? “No, ha fatto molto di più di quello che era lecito aspettarsi. Ha avuto un vantaggio, quello cioè di conoscere molto bene l’ambiente. Il vantaggio è stato comunque relativo perché poi le cose vanno fatte. Ha fatto un percorso incredibile in Champions acquisendo molta esperienza e potranno trarne beneficio per l’anno prossimo”.
Walter Sabatini? “Non lo conosco così bene. Non abbiamo mai fatto nulla di particolare insieme, nel senso che non ho mai trattato sui giocatori. E’ un direttore che sa fare bene il suo mestiere”.
Meglio la tua Inter del triplete o questa Juventus? “Credo che il livello di emozione faccia preferire l’Inter, anche per come abbiamo raggiunto i traguardi e per come ci siamo perfezionati negli anni. Poi credo che le squadre che vincono siano molto simili. Vincere la Champions League battendo Chelsea, Barcellona e Bayern Monaco è sicuramente motivo di soddisfazione e dimostra che siamo stati bravi e fortunati”.