Si aspettava sarebbe finita così?
“Così no. Dopo Mafia Capitale questa città continua a vivere sulle mediazioni. Il terreno della Roma con le imponenti cubature data dalla Raggi avrà un valore di duecento milioni”.
Perché è stato costretto a dimettersi? “In questo Paese da 25 anni non ci sono più regole urbanistiche. Non è lo stadio della Roma il problema, ma tutto quello che c’è intorno”.
Il “famo sto stadio” di Luciano Spalletti ha inciso? “Questo intervento non fu banale. Il vicesindaco Bergamo mi telefonò una domenica sera per discutere della frase di Spalletti. Io avrei voluto fare sì lo stadio, ma con meno cubature. Io facevo l’urbanista, loro volevano un mediatore come Lanzalone. Non ci sono le condizioni minime di viabilità. Lo stadio della Roma non si farà a Tor di Valle, la Roma cerchi un’altra area”.