La Roma e la Lazio finiscono nel mirino del ministro del lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Il leader del Movimento Cinque Stelle detto di voler colpire i «furbi» che hanno stipulato contratti durante il lunghissimo parto del decreto dignità, pubblicato solo ieri in Gazzetta Ufficiale dopo oltre 10 giorni dall’approvazione. «Ho saputo che mentre stavano per emanare il decreto molte società, tra cui quelle di calcio», ha detto Di Maio rispondendo a un’interrogazione parlamentare, «hanno fatto una corsa per stipulare nuovi contratti con il gioco d’azzardo per fare pubblicità. Lo voglio dire a quelle persone», ha aggiunto, «la lotta al gioco d’azzardo è un atto di civiltà. Se qualcuno ha fatto i contratti per fregarci metteremo una norma in sede di conversione del decreto per evitare che chi ha fatto il furbo la faccia franca». Il punto è che i due contratti più sostanziosi in ballo sono quelli della Roma e della Lazio. Il club giallorosso ha appena firmato un accordo con Betway, un contratto per i led dello stadio che vale cinque milioni di euro. Per la Lazio è in dirittura d’arrivo un contratto di main sponsor, del valore di sette milioni di euro, con la società inglese di scommesse MarathonBet. Dunque l’eventuale scure di una norma retroattiva per annullare dei contratti regolarmente siglati, si abbatterebbe sopratutto sui due club della capitale. Nei giorni scorsi il mondo del pallone aveva già provato a far sentire la sua voce. Il presidente della Lega di Serie A, Gaetano Miccichè, aveva espresso «preoccupazione» per la tenuta occupazionale e lo sviluppo del calcio italiano e del suo indotto e «per il rischio che si incrementi il ricorso al gioco d’azzardo clandestino. L’industria del calcio», aveva spiegato Miccichè «è tra le prime dieci in Italia e occupa, direttamente e indirettamente circa 130.000 persone». Per tutelare il settore aveva chiesto «soluzioni che possano coniugare gli interessi delle varie parti in gioco». Da qui la richiesta «di un tavolo di confronto e di lavoro indirizzato all’individuazione di soluzioni concrete per il contrasto alla dipendenza da gioco e preservino l’occupazione e l’indotto del settore».
I CONTENUTI – Le norme del decreto dignità prevedono lo stop totale agli spot sul gioco d’azzardo, che dal 2019 scatterà anche per le sponsorizzazioni e «tutte le forme di comunicazione» comprese «citazioni visive ed acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli». A chi non rispetta il divieto arriverà una sanzione del 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità «comunque di importo minimo di 50.000 euro». La norma, prima dell’intervento a gamba tesa di Di Maio, che comunque dovrà essere recepito nel decreto, prevede anche che i contratti in essere restano validi ma dovranno cessare entro un anno dalla conversione in legge del provvedimento. Questo significa che spot e sponsorizzazioni dovrebbero essere legittime fino almeno ad agosto del 2019. Per coprire il calo degli incassi Iva, aumenta praticamente da subito (dal primo settembre) il Preu, il Prelievo unico erariale su slot e videolotteries che passa al 19,25% e al 6,25%. Ulteriore rialzo dello 0,25% su entrambi dal primo maggio 2019.