Dagli spalti a volte si può sentire il tocco del pallone e dal campo i giocatori distinguono ogni parola gridata dai tifosi. Sono occasioni rare per una squadra che gioca in Serie A e in Champions League, brevi viaggi di poche ore là dove il calcio mantiene ancora una dimensione iper-locale e si gioca in impianti non di certo all’avanguardia, ma dall’atmosfera calda e raccolta. Latina-Roma è stata l’occasione per vedere i nuovi giocatori in azione, sì, ma soprattutto per sentire le loro urla, per spiarli nei piccoli gesti, per chiamarli sotto al settore. E il settore ospiti del Francioni li ha chiamati, dopo averli incitati per tutta la partita. E c’è qualche tifoso a Roma che oggi ha dormito con la maglia sudata di Kluivert vicino al cuscino. Qualcun altro si è portato a letto lo sguardo innamorato di Daniele quando è passato a salutare tutti sotto gli spalti, bentornati, ci aspetta almeno un altro anno di battaglie fianco a fianco.
Nel primo pomeriggio di ieri sulla Pontina c’era più traffico del solito. Ma la carovana giallorossa, invece di proseguire per Sabaudia o San Felice, ha svoltato all’altezza di Latina quando sulla strada ha visto quel cartello col pallone – anche questo emblema del calcio di provincia – che indicava “Stadio – Ingresso ospiti”. Qualche intoppo all’ingresso, con la società organizzatrice forse non (più) abituata a un afflusso di tale portata, con centinaia di tifosi in coda per ritirare i biglietti già pagati online. Ma poi tutti sono andati a colorare gli spalti di un “Domenico Francioni” che, oltre al settore ospiti, vantava anche un’intera tribuna a maggioranza giallorossa. Tanti cori, dalle colonne sonore della scorsa stagione a qualche inedito, e nove esultanze per altrettanti gol. Un’ovazione per Manolas mentre si riscaldava e un inchino a De Rossi mentre usciva dal campo. Ricambiati. E poi un coro, fatto da alcune decine di persone, rivolto ad Alessandro Florenzi: il terzino è stato preso di mira per il suo tira-e-molla sul rinnovo, che evidentemente non sta piacendo ai tifosi. Unico episodio critico in una giornata che a conti fatti è stata soprattutto di festa. (…)
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