Rinvio a giudizio e processo in vista per i quattro ex amministratori della Sais, società già proprietaria del terreno su cui dovrebbe sorgere lo stadio della Roma, e dell’azienda Ippodromo di Tor di Valle che a suo tempo affittò il sito. Si tratta degli imprenditori Gaetano e Umberto Papalia, già presidente e componente del cda della Ippodromo di Tor di Valle nonché soci e detentori del capitale della Sais, di Umberto Ciccozzi (liquidatore della Ippodromo di Tor di Valle, società fallita nel giugno del 2013) e, in ultimo, di Michele Saggese all’epoca dei fatti amministratore unico della Sais. Nei loro confronti, a seconda delle posizioni, il pubblico ministero Mario Dovinola contesta i reati di bancarotta per distrazione e omesso pagamento dell’Iva. I quattro dovranno così difendersi dalle accuse, nel processo che prenderà il via il prossimo 16 gennaio. Le irregolarità ravvisate, secondo i magistrati di piazzale Clodio, sarebbero avvenute in due distinte fasi.
La prima riguarderebbe “l’acquisto del ramo d’azienda Ippodromo di Tor di Valle”, in cui quest’ultima, come riporta il capo d’imputazione, “subentrava nel contratto di affitto ultranovennale stipulato nel 2000 fra Sais (proprietaria del terreno) e la Ippodromi & Città” che avrebbe avuto in gestione il terreno fino al 2016. A finire sotto la lente d’ingrandimento proprio la rescissione anticipata del contratto di locazione, formalmente giustificata dalla Ippodromo di Tor di Valle sulla base del debito maturato, per canoni non pagati, da quest’ultima verso la Sais. Così facendo, però, avrebbe privato i creditori di Sais e di Ippodromo di Tor di Valle dei proventi che sarebbero derivati dallo sfruttamento del terreno stesso. La seconda fase, invece, riguarderebbe “l’omesso pagamento delle imposte sui redditi IVA” da parte della Ippodromo di Tor di Valle che, nel periodo compreso fra il 2008 e il 2011, avrebbe sfiorato i 2 milioni di euro complessivi.