Ufficialmente si insedierà in pompa magna il 28 ottobre, in pratica Umberto Gandini è già da alcune settimane al comando della Roma dopo 23 anni passati nel Milan galattico di Berlusconi. Un modello che l’ex direttore organizzativo rossonero spera di portare nella capitale: «Non penso che cambiando ruolo e squadra debba cambiare io. Sono stato orgoglioso di aver ricevuto questa proposta e di essere stato scelto dalla Roma per poterla guidare.
Era l’unico club italiano in cui sarei andato dopo il Milan, una squadra unica dove tutte le componenti remano verso gli stessi traguardi. Se la proprietà mi ha portato qui è perché ha visto in me una persona che può fare un salto di qualità. Per me è importante essere competitivi ed essere alla guida del cambiamento che il calcio italiano si propone di fare. Siamo un campionato di passaggio, mentre una volta eravamo un punto di arrivo nella carriera dei calciatori, dobbiamo rimboccarci le maniche come sistema e ripartire».
Gandini ha firmato un contratto di 3 anni e si è preso il merito della proposta per riportare 4 squadre italiane in Champions. Tra i punti salienti del suo programma: l’aumento dei ricavi dal cosiddetto commerciale, cambiamenti strutturali in Lega Calcio e il ritorno dei tifosi all’Olimpico in attesa del nuovo stadio che anche per Gandini rappresenterà il motore trainante per portare la Roma ad alti livelli così come è accaduto alla Juve.
A completare il nuovo organigramma ci sarà Baldini (che a Trigoria ribadiscono sarà solo un consulente di Pallotta), il dg Baldissoni e Massara come ds per dare continuità al lavoro di Sabatini che ieri si è presentato a Trigoria per salutare la squadra.