Ufficialmente sarà nominato amministratore delegato nel prossimo Cda, il 28 ottobre, ma in pratica Umberto Gandini è già al comando della Roma da quasi un mese. Sarà lui a guidare l’ennesima rivoluzione societaria della proprietà americana – via il d.s. Sabatini, che ieri è passato a Trigoria a salutare la squadra, e dentro Massara, con Franco Baldini che ricoprirà il ruolo di consulente personale del presidente Pallotta ma non avrà un ruolo operativo nella Capitale – e proverà a dare alla società giallorossa una dimensione internazionale.
«Dopo 23 anni al Milan – le parole di Gandini – non sarei andato in nessun altro club italiano. Sono orgoglioso di essere stato scelto dalla Roma per poterla guidare, una squadra unica dove tutti remano dalla stessa parte. Se la proprietà mi ha voluto è perché ha visto in me una persona che può dare molto». Gandini, legato da un contratto di 3 anni, ha illustrato il suo programma, che si basa sull’aumento dei ricavi (sponsor e marketing) e sulla necessità di recuperare presenze all’Olimpico, in attesa del nuovo stadio che, come è stato per la Juventus, farà fare alla società il definitivo salto di qualità sotto il profilo economico.