Chiamatelo pure «Super Saturday» delle primarie per il secondo posto. Il sabato del villaggio del campionato alle spalle della Juve riserva il confronto diretto più indicativo: Napoli-Roma, leggibile sia come seconda contro una delle tre terze in classifica che come incrocio tra le antagoniste che si sono spartite gli ultimi quattro secondi posti in campionato (due a testa). «Un’occasione per predire il futuro», l’etichetta appiccicata da Spalletti. «Un appuntamento importante, seppure manchino 30 partite», la lettura fornita da Sarri. Chi vince, all’alba dell’ottava giornata, non si prende solo il momentaneo scettro di anti-Juve, ma anche un bel vantaggio sull’altra. All’incrocio elettorale odierno, però, le due candidate non arrivano al meglio. Se il Napoli piange le assenze di Albiol e Milik, fresco di operazione e non recuperabile (nel migliore dei casi) non prima di cento giorni, la Roma non ride per gli acciacchi, le lungodegenze e le convalescenze dell’ultimo momento di Strootman e Bruno Peres e quelle già preventivate di Vermaelen, Mario Rui e Rudiger.
Sarri: «Io non mi arrendo. Giocherà Gabbiadini e lo farà bene», sentenzia Sarri. «Interpretare le mie parole dopo la sconfitta di Bergamo come una resa – ringhia il tecnico azzurro – mi ha fatto girare le scatole. Dobbiamo reagire e io non mollo mai. Anche se la Roma è un’avversaria di assoluto valore e Spalletti sta facendo un grandissimo lavoro». I complimenti sono reciproci e sinceri. «Sarri è bravissimo e il Napoli gioca il miglior calcio della A», risponde Spalletti. Baci, abbracci e pacche sulle spalle tra amici prima dell’appuntamento della momentanea verità in un San Paolo delle grandi occasioni (45mila spettatori, 800 agenti ma trasferta vietata ai romanisti). In tribuna, dopo cinque mesi e un giorno di assenza volontaria, si rivedrà anche Aurelio De Laurentiis:« Datemi 100 milioni in più di fatturato, come la Juve, e vediamo se non vinco». Nell’attesa meglio aggrapparsi al secondo posto.