La candidatura è adesso ufficiale: la Roma si ripropone, come nei primi 2 anni di Garcia, come la vera rivale della Juve nella corsa per lo scudetto. Il successo contro il Napoli al San Paolo, con il 3 a 1 netto e convincente nello spareggio per il secondo posto, la rilancia in classifica. Spalletti firma il suo capolavoro lontano dall’Olimpico e riesce finalmente a prendere i 3 punti in trasferta dopo i 5 viaggi a vuoto in questo inizio di stagione (3 in Italia e 2 all’estero). E li conquista sicuramente nel pomeriggio più impegnativo, con il suo gruppo in piena emergenza, cioè senza 5 titolari, avendo dovuto rinunciare, prima di mettersi in viaggio, pure a Peres e Strootman che si sono aggiunti a Vermaelen, Ruediger e Mario Rui. La partita è stata a senso unico. Solo la Roma in campo, con il Napoli impotente e narciso. Con Spalletti in cattedra per la lezione di calcio all’amico Sarri. Difesa a 3 al momento di impostare, con gli ultimi 3 centrali rimasti a disposizione, da destra Manolas, Fazio e Juan Jesus, sentinelle agili e robuste per mettere in protezione Szczesny. La mossa serve per non invitare gli avversari ad attaccare e per liberare sulla corsia di destra Florenzi che fa l’ala e anche il terzino. E Il doppio compito sembra studiato su misura. Il reparto arretrato, dunque, torna a 4 in fase di non possesso palla, con l’allineamento di Florenzi accanto a Manolas, e addirittura a 5 quando nella ripresa, sul 2 a 1, con Perotti ad affiancare Juan Jesus. La trappola funziona dietro. Solo Ghoulam, dopo più di mezz’ora e da fuori area, riesce a calciare nello specchio della porta giallorossa. La traccia risulta efficace pure davanti. Perché l’esperimento del doppio play, con Paredes scudiero di De Rossi, serve per il giro palla da una fascia all’altra e per verticalizzare per gli attaccanti Dzeko e Salah. Da trequartista c’è Nainggolan che annienta Jorginho con il pressing e cattura palloni Scomodi. E si affaccia anche nell’area partenopea. Dzeko spreca per due volte davanti a Reina, ma non fallisce al terzo tentativo. Sbaglia Koulibaly sulla linea di fondo, è bravo Salah a rubargli il pallone e a servirlo al centravanti che, libero di colpire grazie alla finta di Nainggolan, firma il vantaggio. Oltre alla tattica, vengono fuori i singoli.
COLLETTIVO INTONATO – Il San Paolo è solo azzurro, perché qui i tifosi della capitale non sono ammessi. Ma l’unico coro che si sente è in campo: la Roma urla forte anche per chi non è qui e sembra gradire il nuovo spartito, il 3-4-1-2 che Spalletti ha disegnato per far cadere Sarri per la prima volta a Fuorigrotta in serie A, dopo 22 gare (19 successi e 3 pareggi). L’unico ko casalingo, prima di questo, contro l’Inter di Mancini in Coppa Italia. Dzeko, ad inizio ripresa, fa gol anche di testa su punizione di Florenzi: è la sua seconda doppietta stagionale, la terza in giallorosso che gli permette di essere il nuovo capocannoniere del campionato (nello scorso ne segnò in tutto 8). Sono i suoi primi gol lontano dall’Olimpico in questo torneo. Interrompe, insomma, il suo digiuno in trasferta nel giorno in cui la Roma probabilmente riscopre di essere grande. E guarda caso coincidono con la prima vittoria esterna stagionale dei giallorossi.
EQUILIBRIO RITROVATO – Sarri va in tilt. E perde la seconda gara di fila (0 successi in 5 partite contro la Roma). Gabbiadini, nemmeno un tiro in porta, prende i fischi quando viene sostituito. Il tecnico lo boccia pubblicamente e non è passata nemmeno un’ora. Dopo l’addio di Higuain e l’infortunio di Milik, non può certo guidare il secondo miglior attacco dell’ultimo torneo. Entra Mertens, ma sbatte anche lui sul muro giallorosso. Koulibaly segna di testa: la Roma fino a quel momento era l’unica a non aver preso reti dal Napoli. Che non trova beneficio nemmeno dall’ingresso di El Kaddouri per Callejon e di Zielinski per Hamsik. Emerson va a fare, invece, il centrale sinistro al posto di Juan Jesus ed El Shaarawy, dentro per Nainggolan, si scatena su quel lato. Sull’asse Paredes–De Rossi, parte Salah e chiude il discorso in contropiede. Anche per lui prima rete in trasferta: 3 a 1 per la Roma che, con 19 reti, viaggia a una media di 2,37 a gara. Ora è il migliore. A fine recupero debutta Gerson in A: la festa è giustamente aperta a tutti.