Sulle colonne del quotidiano sportivo è Alessandro Del Piero, ex capitano e bandiera della Juventus, ora opinionista sportivo, a commentare l’avvio del campionato e gli obiettivi stagionali delle italiane anche in Champions League. Queste le sue dichiarazioni:
Quali sono gli obiettivi plausibili di Juve, Napoli, Roma e Inter? La Juve gioca per vincere la coppa, non ci sono mezze misure. La Roma punta in alto perché ha dimostrato di avere la mentalità giusta per diventare una sorta di Liverpool italiano, ovvero una squadra che sa esaltarsi nelle notti europee. Napoli e Inter giocano per mettersi alla prova: vediamo a che livello siamo».
Al sorteggio di dicembre per gli ottavi le ritroveremo tutte e 4? «Io me lo auguro. È possibile. Con un po’ di realismo in più, dico però che sarei contento se ne passassero tre e un’altra si facesse strada in Europa League, affrontandola con la giusta mentalità. Il girone più duro è quello del Napoli».
[…]
Il laboratorio di Di Francesco è sempre aperto, ma forse a volte c’è confusione. Dopo la cessione di Alisson, la Roma le sembra meno competitiva? «Credo che la cessione che potrebbe pesare maggiormente sia quella di Nainggolan: è uno spaccapartite. Però credo che il lavoro di Monchi sia stato molto interessante, sono curioso. Di Francesco lotta contro il tempo, ma anche quest’anno ci potrà sorprendere. Sinceramente se la Roma facesse bene sarei molto contento soprattutto per Daniele De Rossi, uno dei grandi “vecchietti” che sono rimasti in campo… Lo stimo molto e gli auguro il meglio».
[…]
Per quale partita della prima fase pagherebbe il biglietto? «Scelgo sempre i grandi stadi, dunque dico Bernabeu per Real-Roma, Anfield per Liverpool-Napoli e Old Trafford per Manchester United-Juventus. Old Trafford è uno degli stadi che amo di più, un tempio. Che meraviglia».
[…]
Uno sguardo alla Serie A: esiste l’anti-Juve? «Troppo presto per dirlo. Ma nel corso della stagione non sarà tutto facile per i bianconeri. Tra le pretendenti, non escluderei il Milan. Magari non è ancora pronto per il grande salto, ma mi piace».
[…]