Fa notizia non avere neanche tatuaggio in quest’epoca, nel calcio come nella società, anche se hai 17 anni, soprattutto se di professione corri dietro ad un pallone. Non passa quindi inosservato Alessio Riccardi, uno dei talenti più promettenti della Primavera giallorossa. Quando è nato (3 aprile 2001), la Roma stava per vincere il terzo scudetto della sua storia e nessuno in famiglia poteva pensare di dover crescere un predestinato. Silenzioso, umile, non protesta mai dopo aver ricevuto in fallo, che sia in allenamento o durante le partite, centrocampista completo, nato come trequartista (sa muoversi anche da seconda punta), ma nel pieno di un’evoluzione come mezzala di un centrocampo a tre.
Di Francesco stravede per lui, lo ha portato in panchina la scorsa stagione contro il Benevento, quest’estate avrebbe voluto portarlo anche nella tournée americana, ma ha avuto qualche problema fisico. È stato capitano della nazionale Under 17, segnando un gol nella finale dell’Europeo, contro l’Olanda. I riflettori internazionali – da tempo accesi su di lui – hanno continuato ad illuminarlo nel recente esordio nell’Under 19, che lo ha visto realizzare un gol a giro, ribattezzato “alla Del Piero”, molto simile, tra l’altro, a quello fatto nella finale dell’Europeo Under 17, disputata lo scorso maggio. In estate lo aveva richiesto il Sassuolo in prestito, Di Francesco si è opposto: vuole lavorarci durante l’anno, anche se ha molti centrocampisti a disposizione, convinto di avere tra le mani un talento raro.