Arrivato nell’estate 2018, Antonio Mirante – con oltre trecento partite in serie A – non ha nascosto sin dal primo minuto che “diventare un giocatore della Roma per me è motivo di orgoglio e grande soddisfazione”. E proprio la sua ex squadra, il Bologna, sarà il prossimo impegno della squadra di Di Francesco. Poche ore dopo aver archiviato la gara di Champions al Bernabeu con il Real.
Il Real è una squadra forte, proprio come ci si aspettava, ma come giudica la gara di Madrid? “Hanno giocatori di grande qualità e credo che la partenza di Cristiano Ronaldo abbia rafforzato il senso del gruppo. Siamo andati lì per fare un certo tipo di partita, ma non abbiamo sfruttato alcune ripartenze che ci sono capitate nel primo tempo, ed eravamo anche in superiorità numerica in due o tre occasioni. Nel secondo tempo siamo scesi in campo con un approccio diverso, abbiamo avuto anche delle buone occasioni, avremmo potuto anche riaprire la partita sull’1-0 e poi sul 2-0. Dall’altra parte però ci sono giocatori che quando hanno la possibilità ti fanno male e avrebbero potuto chiudere la partita anche prima del 3-0”.
Quali sono punti i positivi da cui ripartire dopo la sfida al Bernabeu? “C’è da lavorare, ma ci sono spunti da tenere in considerazione per non vedere tutto negativo. Il risultato del 3-0 lascia pensare che sia stata una partita totalmente diversa da quella che abbiamo fatto. Nonostante loro abbiano avuto tante occasioni anche noi abbiamo avuto delle chance, e abbiamo creato soprattutto “i presupposti” per fare male al Real, dobbiamo acquisire la fiducia, la consapevolezza dei nostri mezzi, su questo dobbiamo lavorare a livello mentale e tecnico”.
Come valuta l’esordio di Zaniolo? “È un ragazzo che subito si è presentato con una mentalità da adulto, ha qualità superiori alla sua età sia tecnicamente sia fisicamente. Tutto questo ha indotto il mister a schierarlo in una partita così importante. Credo che il suo esordio sia un segnale per tutti, ha meritato la sua chance e per me è stato bravo, al di là delle difficoltà della partita”.
Da parte di Olsen serviva una prova importante. È stato il migliore in campo… “Robin è un portiere di caratura internazionale, è sempre concentrato e si è calato nella nostra mentalità, mettendosi a disposizione del mister e del preparatore.
Al di là degli errori, può anche aver sbagliato qualcosina, ma finora è stato sul pezzo e per un portiere è una grande qualità”.
Che rapporto ha con lui? “C’è un rapporto tra colleghi, io ho maturato un po’ di esperienza in più di lui nel campionato italiano, ma lui non è mica l’ultimo arrivato. È stato importante creare sintonia e gruppo di lavoro, al di là della competizione”.
Come ci si trova a lavorare con Savorani? “È un preparatore molto esigente. Sapevo il suo approccio al lavoro e mi piace, anche alla mia età mi sono messo a disposizione totale, sono d’accordo su tutto e vedo che anche Robin ha mostrato grande disponibilità”.
Domenica la Roma va a Bologna, una sfida particolare per lei… “È una gara particolare, lì ho trascorso tre anni della mia carriera, ma domenica andremo per chiudere il nostro periodo negativo. Dobbiamo lasciare per un momento la Champions e dobbiamo riguadagnare terreno in campionato. Sono stati anni bellissimi, ho anche attraversato un momento particolare, che ho superato alla grande e per cui ringrazierò sempre le persone che mi sono state vicine”.
Anche loro sono in un periodo delicato, un solo punto in 4 gare. Quanto è complicato incontrare una squadra che è alla ricerca di risposte immediate? “Hanno raccolto un solo punto, la loro classifica è deficitaria, ma noi dobbiamo solo pensare ad andare lì e vincere, perché siamo una grande squadra dobbiamo fare la nostra partita. Troveremo delle difficolta perché nonostante abbiamo un solo punto in classifica, il Bologna ha ben figurato e concesso poco, anche se non ha ancora segnato. Conosco i loro giocatori, hanno qualità”.
C’è qualche calciatore che la Roma dovrà tenere particolarmente d’occhio? “Hanno cambiato modulo e allenatore e ora sono una squadra difficile da decifrare. Se provi ad analizzare le partite fai fatica a pensare che abbiano solo un punto in classifica. Tutte le squadre in Serie A hanno qualità davanti, così anche loro. Non dobbiamo farci sorprendere, la partita con il Chievo è solo un episodio”.
Sono passati un po’ di mesi dal suo arrivo nella Capitale, ci fa un primo bilancio? “A Roma è facile inserirsi. Squadra, ambiente e città hanno la porta aperta per chi arriva. I nuovi entrano a far parte di un gruppo con una spina dorsale che tiene a questa squadra. È un grande vantaggio per chi arriva e noi nuovi dobbiamo essere bravi a non accontentarci, ma metterci al pari con gli altri”.
Il gruppo c’è? “C’è un’unità di intenti che si vede poco altrove, i risultati poi è normale che influiscano sull’umore generale della piazza, della squadra e di tutto l’ambiente, ma si vede che il club ha una spina dorsale e linee guida ben definite. E questo è un grande vantaggio, per il presente ma soprattutto per il futuro”.
Con chi ha legato in modo particolare? “Ho legato con tanti compagni in questi primi mesi. Mi piace mettermi a disposizione dei giovani e credo di farlo anche per sentirmi un po’ più giovane, poi chiaramente mi confronto con i compagni più anziani del gruppo”.
Siamo solo all’inizio e l’avvio è stato stentato. Cosa si aspetta nelle prossime settimane? “L’avvio non è stato soddisfacente, anche se abbiamo fatto buone partite, non siamo soddisfatti né di quello che abbiamo raccolto e neppure di quello che abbiamo fatto. Pur giocando buone partite sono state condizionate dal risultato finale. Il prossimo mese sarà importantissimo per noi, per indirizzare la stagione e dare un segnale importante a noi stessi e all’ambiente. Abbiamo bisogno di tutti, devo dire che abbiamo ricevuto testimonianze anche nei momenti di difficoltà e ora dobbiamo avere le spalle larghe e recuperare terreno”.