Sono passati meno di due anni, eppure tutto (o quasi) è cambiato. Occhio alla data: 24 novembre 2016. La Roma, in Europa League, ospita all’Olimpico i cechi del Viktoria Plzen nella penultima partita del Gruppo E dominato dai giallorossi. È la gara di ritorno, all’andata uno pari. La formazione che Luciano Spalletti mandò in campo quella sera non esiste più, allenatore compreso. Al punto che stasera, cioè meno di due anni dopo, sono attesi dall’inizio soltanto due di quegli undici titolari. Che erano, schema 4-2-3-1: Alisson tra i pali, linea di difesa a quattro composta da Bruno Peres, Ruediger, Fazio e Emerson; a centrocampo Paredes e Strootman; davanti il tridente formato da Salah, Nainggolan e Iturbe a supporto del centravanti Dzeko. Era il novembre del 2016, 22 mesi fa. Il dato, ne converrete, è assolutamente singolare.
VOGLIA DI SERENITÀ Fazio e Dzeko i superstiti, dunque. Edin, il Cigno nervoso di Sarajevo, non può aver dimenticato quella serata, una tra le più belle vissute con la maglia giallorossa sulle spalle per via di una straordinaria tripletta con la quale incantò l’Olimpico e l’Europa. Da cineteca la sua prima rete, di sinistro, con un diagonale terra-aria da posizione defilata dopo aver dribblato mezza difesa ceca nel cuore dell’area avversaria. Palla all’incrocio dei pali e tanti saluti al Viktoria. Stasera, Edin sarà ancora al centro dell’attacco della Roma. Come è sempre capitato in questa stagione tranne mercoledì scorso contro il Frosinone. Non sta attraversando il suo miglior momento di forma psico-fisica, ma nonostante questo continua a essere un punto di riferimento fondamentale nello scacchiere tattico di EDF. Ha segnato solo nelle prima gara di campionato, qualche giorno dopo Ferragosto, ed è indubbio che la faccenda, cioè il digiuno gli dia fastidio. «Un gol potrebbe fargli ritrovare serenità, Edin va coccolato», la sentenza di Di Francesco. Dzeko non è sereno, quindi. Ne sa qualcosa El Shaarawy… Stasera si gioca per la Champions, che l’anno scorso lo vide tra i più determinanti protagonisti, ed è facile ipotizzare un altro Dzeko. Quasi una certezza, più che una speranza. L’Europa, del resto, è la sua terra, avendo Edin fatto gol in lingua italiana, tedesca e anche inglese. E, conoscendo la sua smania, non ha alcuna intenzione di affidarsi al silenzio-stampa. Viktoria o non Viktoria. Intesa solo come squadra, sia chiaro.