S’annamo a divertì? Forse ancora no, ma quel coro che lo accolse al suo arrivo a Ciampino ora viene preso un po’ più sul serio. Steven Nzonzi, dopo la sbornia mondiale e un inizio difficile, si è preso il centrocampo della Roma concludendo un poker di prestazioni (ben oltre la sufficienza) col primo gol italiano segnato a Empoli. Un premio per Nzonzi che ha trovato una inaspettata intesa con un altro campione del mondo come De Rossi senza far rimpiangere Strootman. Una strana coppia che ora funziona, proprio come tanti rapporti non convenzionali. Per Nzonzi (e non solo) Di Francesco ha messo in cantina il 4-3-3, e ora si gode l’equilibrio da 4-2-3-1 favorito soprattutto dal lavoro dei due registi.
Quattro giorni prima del gol di Empoli Steven si era goduto il successo col Plzen, ma soprattutto l’abbraccio di suo figlio Hayden che ha visto finalmente papà dalla tribuna insieme agli zii. Nzonzi, infatti, vive molto lontano dal piccolo di 5 anni visto che l’ex moglie Lynda risiede in Inghilterra dove il francese sarebbe voluto tornare la scorsa estate. Come dargli torto? Solo dopo aver visto sfumare l’interesse dell’Arsenal ha accettato l’offerta della Roma per una cifra non indifferente: 26,6 milioni più circa 5 di bonus.
Tanto per uno che il 15 dicembre compirà 30 anni, poco se si considera la crescita di un giocatore che si è fatto conoscere tardi dal grande calcio per colpa del Psg. «Troppo alto e magro», dissero i tecnici delle giovanili. Lunga la gavetta tra Amiens e Blackburn, poi il passaggio decisivo nello Stoke di Hughes che passa da un calcio fisico al passing game. Si parla addirittura di Stokelona, e Nzonzi può sfruttare al meglio le sue doti di palleggio guadagnandosi il soprannome di polpo e meritandosi il premio come giocatore dell’anno. Un premio che non ha potuto ritirare perché quella sera venne fermato dalla polizia e accusato di violenza domestica dalla moglie (Nzonzi è stato assolto lo scorso 22 dicembre).
Nel 2014 risulta il giocatore con più miglia percorse in Premier. Un dato tutt’altro che casuale. Se andiamo a vedere i dati della Serie A dopo 8 giornate, infatti, Nzonzi è quello che nella Roma corre più di tutti con 11,153 km percorsi ogni partita. Quarto nella classifica assoluta del campionato dietro Brozovic, Kessie e Biglia. Con l’Empoli è andato sopra media con 12,025 km, l’uomo-ovunque per Di Francesco. Bene anche la qualità dei passaggi: 52 su 60. Una dote che ha migliorato a Siviglia dove fu portato da Monchi. Il ds spagnolo si è ritrovato a gestire un momento difficile per il gigante francese sia privatamente che sportivamente. Tra il 2016 e il 2017, infatti, Nzonzi si separa dalla moglie, contrae la salmonellosi, litiga con Emery e a 10′ dalla fine nell’ottavo di Champions col Leicester sbaglia il rigore decisivo. È tempo di ripagare il debito.