La carriera di Alessandro Florenzi è segnata. Ricalcherà quella di Totti e De Rossi. Il suo mondo, il suo tutto è dentro il Grande Raccordo Anulare. Lo aveva assicurato anche il presidente Pallotta, già un anno fa: «Florenzi firmerà un nuovo contratto. Vogliamo farlo restare a Roma per sempre, come Daniele e Francesco, e lo faremo. È romano».
A VITA – Il suo contratto scade nel 2019. Oggi ha un ingaggio che lo soddisfa: due milioni a stagione, oltre a una serie di bonus facilmente raggiungibili. I dirigenti però monitorano la situazione, l’intenzione è quella di dare continuità a un rapporto che va al di là dei vincoli economici. C’è la volontà da parte di tutti, dal presidente in giù, di continuare un percorso con il calciatore e con l’uomo. Non è stato ancora affrontato il discorso con il procuratore del giocatore, Alessandro Lucci, che segue il ragazzo di Vitinia dai tempi delle giovanili. Ma è fisiologico che nell’arco della stagione il discorso sarà affrontato. Sarà preparato un nuovo contratto importante per la durata, il contratto della vita.
NO ALLA JUVE – Florenzi ha avuto un percorso di crescita nella Roma che lo ha portato ad essere il terzo dei capitani, dopo Totti e De Rossi. Ci sono compagni che guadagnano più di lui, ma non ha mai sollecitato aumenti. E’ soddisfatto, sa che la Roma gli riconoscerà i progressi fatti in questi anni, l’attaccamento alla maglia, il profondo senso di appartenenza. Ci sarà una strada da percorrere insieme, secondo la società Alessandro può davvero raccogliere l’eredità di Totti e De Rossi. La sua idea è proprio quella di fare il percorso di Totti e De Rossi, di condividere le loro sfide. Ha rinunciato a offerte importanti. E’ stata un’estate calda per Florenzi. Prima il Paris Saint Germain, poi il Chelsea, con la pressione di Conte che lo aveva imposto in Nazionale. Infine la Juve. Perchè anche il club bianconero si è mosso pesantemente per strappare il giocatore universale alla Roma. Che non ha mai accettato di trattarlo, neppure di mettersi seduta e capire fino a dove potesse spingersi la Juve.
IL RUOLO DI CONTI – Trigoria è la sua seconda casa, anche ora che ha lasciato la famiglia a Vitinia e ha messo su la sua nuova famiglia, con la piccola Penelope nata da pochi mesi. Ha un buon rapporto con Spalletti, si relaziona in maniera cordiale con la società. Tutti gli vogliono bene, come quando era bambino, quando a undici anni preferì la Roma alla Lazio. Veniva dalla Lodigiani, andò a Trigoria con il padre e si fece convincere da Bruno Conti. «Non mi ricordo bene cosa ci dicemmo, ma mi bastò la sua presenza e la sua accoglienza per farmi scegliere i colori giallorossi», ricorda ancora oggi Alessandro. Con la Roma ha cominciato nella categoria Esordienti, giocava al campo degli Eucalipti, da lì tutta la trafila delle giovanili. Ha dovuto superare anche qualche ostacolo. Nei Giovanissimi Nazionali il tecnico Scuderi non lo faceva mai giocare. Poi nelle fasi finali arrivò Stramaccioni che lo promosse titolare. Il tecnico che oggi allena in Grecia lo ha valorizzato e nel 2011 Florenzi vinse da capitano il titolo di campione d’Italia della Primavera. Guadagnava i soldi dei rimborsi e ha fatto tanti sacrifici per imporsi, lui che qualcuno considerava troppo piccolo e fragile per arrivare a giocare in grandi palcoscenici. Ma Alessandro ci ha sempre creduto, anche quando nel percorso di crescita è finito a Crotone. L’alternativa era andare ad aiutare il fratello, che cura la manutenzione degli ascensori. Ma ormai la sua strada è segnata. E colorata di giallorosso.