Dove eravamo rimasti? A qualche pennellata d’autore e un paio di assist dei suoi, quelli al bacio, che avevano cancellato di colpo le polemiche dell’intervista di Ilary per i suoi 40 anni. Sì, più o meno eravamo rimasti proprio lì, a quel 29 settembre in cui la Roma spazza via l’Astra Giurgiu (4-0) e Totti incanta in regia, dolce come la sua torta di compleanno, anche se con un paio di giorni di ritardo. Quella, però, era anche una Roma molto diversa da quella attuale, a tratti Tottidipendente, una barca in balia del mare in tempesta. Oggi, venti giorni più tardi, la storia è diversa: Spalletti quella barca l’ha portata fuori dalla tempesta, trovando approdi sicuri nelle vittorie con Inter e Napoli. Vittorie conquistate senza Totti, che invece domani dovrebbe tornare titolare. E sarà una gara speciale quella contro l’Austria Vienna, la centesima in Europa, tra Champions League (57), la vecchia Coppa Uefa (30) e l’Europa League (12). Con un occhio fisso alla porta avversaria, perché poi quando devi festeggiare lo devi fare per bene ed allora quelle cento gare europee sarebbe bello infiocchettarle anche con il centesimo gol sotto la gestione Spalletti. Un «centone» doppio, per un’altra giornata eventualmente da marchiare sul calendario dei ricordi con il circoletto rosso.
LE GIOIE – Un percorso lunghissimo quello di Francesco nella competizioni Uefa, iniziato il 12 settembre 1995, oltre venti anni fa, in casa degli svizzeri del Neuchatel Xamax. Era l’andata dei trentaduesimi di finale della Coppa Uefa e Totti subentrò a Balbo nel finale. Poco più di un mese dopo arrivò anche il primo gol europeo, stavolta contro i belgi dell’Aalst, a cui Francesco segnò la rete del 4-0 casalingo con una perla di rara bellezza. «Francesco è tecnicamente completo e atleticamente dotato – disse quel giorno Carletto Mazzone –. Va usato con cautela e non mandato allo sbaraglio, ma presto eliminerà le pause tipiche della sua età». Totti le ha eliminate presto, nonostante quella fosse una Roma che faticava a livello europeo. Qualche anno dopo, però, sono arrivate le sfide di Champions, i gol al Real Madrid (tre nelle prime tre sfide con le merengues, storico il gol del 30 ottobre 2002 con cui la Roma sbancò il Bernabeu), quello allo Shakthar del 12 settembre 2006 (la prima rete stagionale subito dopo l’infortunio che ha rischiato di fargli saltare il Mondiale tedesco) e la gemma all’Etihad Stadium nell’1-1 del 2014: quel giorno Francesco beffò il City e Hart con un pallonetto che scrisse la storia e lo designò (a 38 anni e tre giorni) come marcatore più longevo di sempre nell’era della Champions.
LUI E DE ROSSI A 1000– C’era Garcia in panchina quella sera. Ora c’è Spalletti, che per i 40 anni gli ha regalato una DeLorean. Macchinina che serve a ripiazzare il capitano al centro dell’attacco, in quel ruolo da centravanti atipico pensato per lui 11 anni fa, quando ancora il falso nueve non andava di moda: fu l’inizio di una storia passata per la Scarpa d’Oro e arrivata fino all’Austria Vienna. Spalletti aspetta in cambio il centesimo gol di Totti, Francesco domani si diverte a scrivere in Europa una storia tutta romana: sommando le presenze giallorosse dei due capitani, lui e De Rossi, si arriva a quota 999. Domani vuole dire 1000, allora. Vuol dire mettere la firma su una Roma che sta imparando a crescere anche senza di lui. E che quella sera al castello di Tor Crescenza, tra un brindisi e l’altro per i 40 anni, firmò un patto per il Paradiso: da allora tre vittorie, tra cui le due con Inter e Napoli. C’era una volta una Roma che si riuniva a cena durante la settimana: Spalletti era l’allenatore. Ora ce n’è un’altra che s’è messa in testa di aggiustare i cocci di una stagione che pareva già buttata via a settembre. L’intervista di Ilary alla Gazzetta aveva tutta l’aria di un’autostrada per l’inferno: «Francesco rimase scioccato per le mie parole, non se le aspettava, si fida di me», ha raccontato la showgirl a Oggi. Poi la DeLorean e la rinascita. Le 100 presenze di domani valgono come un punto di partenza verso un traguardo mai raggiunto: un trofeo europeo con la Roma, ecco cosa manca ancora a Francesco.