L’inizio e stato in sordina, ora non può più nascondersi: e il momento di El Shaarawy. Dall’Austria Vienna in poi, almeno fino alla trasferta di Empoli (inclusa), il Faraone dovrà approfittare del ko di Perotti per riprendersi la Roma. Uno autocritico come lui non può essere soddisfatto di questo avvio di stagione, dove rimasto in penombra ad aspettare la sua chance. In 12 partite ha accumulato 3 panchine e 9 presenze, di cui solo 5 dal 1′, contro Udinese, Cagliari, Sampdoria, Crotone e Viktoria Plzen. Quando c’era bisogno di un tridente più leggero, o di fare turnover per far rifiatare i titolari. Eppure lo scorso gennaio, al suo arrivo nella capitale, si era subito guadagnato il posto fisso in squadra: schierato dall’inizio 17 volte su 19 tra campionato e Champions League, solo in un’occasione era rimasto a guardare. Otto gol e due assist erano un bel bottino, soprattutto per chi veniva dalla deludente avventura a Monaco. Ma quest’anno il passo indietro è stato evidente, è passato da trascinatore a riserva e non è il ruolo che El Shaarawy sperava di ricoprire, naturalmente.
Dopo il primo e unico gol stagionale al Crotone, la sola gara giocata per intero, ha scelto di non esultare come forma di protesta verso se stesso, più che verso l’allenatore, che quando ha potuto qualche minuto gliel’ha concesso, ma effettivamente chi ha visto l’italo-egiziano allenarsi a Trigoria non ha pensato che potesse togliere spazio a Perotti. Inizialmente per una questione di forma, poi per una scelta tattica. La Roma sembra aver trovato il suo equilibrio, molto diverso da quello dello scorso anno e sintetizzabile in un elemento: Dzeko. Non è un caso, infatti, che l’ex Milan abbia giocato 6 partite in tutto assieme al bosniaco: non questione di compatibilità, anzi, semplicemente con la rinascita del centravanti e stato lui a pagarne le conseguenze. Oggi Perotti, Dzeko e Salah formano il terzetto ideale di Spalletti, ieri preferiva El Shaarawy, Perotti, Salah e Edin era l’arma da usare a gara in corso.
Sono cambiate le gerarchie col modo di giocare dei giallorossi ed e cosi che si spiegano i 381 minuti della stagione attuale rispetto ai 1.337 minuti del finale della scorsa. Senza l’argentino, pero, non ci sono più motivi per restare lontano dai radar e il Faraone sa che avrà addosso non solo gli occhi del tecnico toscano, ma anche del ct Ventura. Perche l’azzurro non lo veste dall’era Conte e lo 0 alla voce minuti in Nazionale e un altro macigno duro da sopportare. Anche la fortuna non sembra stare dalla parte di El Shaarawy, che tre settimane fa ha fatto parlare di se per un incidente sulla Pontina.
Oggi affiancherà Spalletti in conferenza stampa, domani contro l’Austria Vienna sarà titolare e dovrà lasciarsi tutto alle spalle per provare ad inaugurare un nuovo corso. Con lui ci dovrebbero essere Totti e Iturbe nell’attacco versione Europa, avrà tempo per ristabilire il feeling con Dzeko a partire dalla prossima partita di campionato con il Palermo. Oltre a Perotti, è in infermeria Bruno Peres, che dovrebbe essere sostituito dal rientrante Emerson Palmieri (scontati i 2 turni di squalifica), mentre Juan Jesus potrebbe far rifiatare uno tra Fazio e Manolas al centro della difesa. In mediana gioca chi sta meno peggio tra Nainggolan e Strootman: il primo si è allenato regolarmente ed e favorito sull’olandese, costretto ad un’altra seduta differenziata. A completare il centrocampo Paredes e probabilmente Gerson, che ancor più di El Shaarawy è chiamato al riscatto.