Modi gentili e sguardo vagamente malinconico, Stephan El Shaarawy sembra lontano dall’essere «Faraone», il soprannome che lo accompagna ormai da tanti anni. Comprensibile. In fondo, se nelle 12 partite giocate finora dai giallorossi, l’ex milanista ne ha giocate da titolare solo 4 e in due casi è stato sostituito alla fine del primo tempo, la voglia di resurrezione deve essere tanta, visto che anche la Nazionale del nuovo corso di Ventura sembra una montagna da scalare. Nessuna sorpresa, quindi, che tra le righe El Shaarawy spieghi le sue ragioni, pur senza fare alcuna polemica. «Per ogni calciatore la fiducia e la continuità nelle prestazioni, anche nel minutaggio, è fondamentale – dice –. Entrando a partita in corso è un po’ più difficile determinare la gara, ma comunque le scelte le fa l’allenatore e noi dobbiamo rispettarle. Anche 10’ possono essere determinanti. L’unica cosa che bisogna fare è allenarsi bene cercando di ritagliarmi un posto da titolare. Sicuramente ogni giocatore ha bisogno di fiducia e di continuità, ma Spalletti è stato contento di come sono entrato nelle ultime partite. Devo continuare così, quindi spero anche di sfruttare l’occasione contro l’Austria Vienna. Le mie sensazioni sono molto positive, anche se all’inizio il tecnico ha fatto altre scelte. D’altronde, in una squadra così importante chiaramente c’è concorrenza, però è normale che ci sia. Perciò sono assolutamente sereno. Quello in cui devo migliorare è nella concretezza nella trequarti avversaria, cercando di essere un po’ più decisivo. Devo migliorare un po’ il sinistro, è la cosa che sto cercando di fare. Il ruolo invece non è un problema. Posso fare anche il quinto di sinistra, mi piace anche la fase difensiva».
CACCIA ALL’AZZURRO – Oltre alla Roma, il pensiero del Faraone è per la Nazionale. «Per tornare in azzurro devo innanzitutto fare bene qui, questo è il mio obiettivo principale. Sono sempre stato nel giro della Nazionale, però in questo momento le scelte sono diverse, ma devo partire prima dalla Roma». Che deve anche ritrovare il suo pubblico. «Spero che l’Olimpico torni a riempirsi, abbiamo bisogno dei tifosi. Detto questo, la squadra è forte, è mancata solo la continuità. A livello di qualità possiamo giocarcela con tutti, e lo abbiamo dimostrato con Inter e Napoli».
SPALLETTI: «IO & TOTTI» – Titoli di coda sui due allenatori, con Spalletti che lancia Totti titolare nel suo 100° cap europeo e opererà – anche viste le assenze – un ampio turnover. «eMi aspetto un regalo se Totti segnasse il 100° gol europeo con me? Sì, ma lo farebbe lui a me se accadesse. Fra c’è un rapporto vero. Noi abbiamo bisogno di un’altra vittoria. La formazione che scelgo è per vincere». Corretto, anche perché il suo collega Fink – col fatto che l’Austria Vienna sia a pari punti con la Roma – spiega sereno: «Non abbiamo nulla da perdere. Totti è un grande, ma noi siamo abituati a sfidare grandi giocatori». Nel novero, siamo convinti che pensi anche ad El Shaarawy.