«I diritti acquisiti su questo progetto sono pieni, non è una speranza di realizzarlo, ormai è un diritto». Senza mezzi termini, Mauro Baldissoni, direttore generale della As Roma, risponde così sul tema Stadio di Tor di Valle alle domande sollevate durante l’assemblea degli azionisti della Roma che ha approvato il Bilancio al 30 giugno 2018. Un messaggio, quello di Baldissoni, esplicito e rivolto tanto agli azionisti quanto anche al Campidoglio: indietro non si torna. A chi chiedeva se la Roma potesse costituirsi parte civile nei confronti di Parnasi, il dg giallorosso replica secco: «Non abbiamo titolo per costituirci parte civile per il risarcimento dei danni. Se mai ci sarà un comportamento dannoso che ha portato danni non mancherà la valutazione di conseguenza, cosa che ad oggi noi non riteniamo essere il caso».
Una battuta viene riservata anche alla vicenda della vendita della quota di Eurnova: «I terreni sono attualmente nella disponibilità della società Eurnova (anche se il saldo dell’acquisto verrà versato alla Sais di Papalia solo dopo l’approvazione finale di tutti gli atti amministrativi, ndr) e nella verosimile possibilità che Eurnova non potrà sviluppare la sua quota di progetto, che riguarda la parte del business park, immaginiamo che stia pensando di cederlo a progetti terzi» con la Roma attenta osservatrice. «Siamo abbastanza vicini alla convenzione urbanistica, che verrà presentata all’Assemblea Capitolina insieme alla variante – ha detto ancora Baldissoni – rimaniamo ampiamente fiduciosi, anche se c’è stato qualche ritardo per gli arresti. L’indagine penale non è sullo stadio della Roma, ma su persone ed atti che secondo la Procura della Repubblica sospetti di reato». Baldissoni spiega anche che 2 milioni di euro provenienti dal bilancio societario «sono stati spesi ed anticipati nella fase preliminare del progetto».
E sul bilancio in perdita nonostante il record di ricavi Baldissoni chiarisce: «I ricavi totali sono di 20 milioni no di 320 milioni. Al ti costi sono necessari per una performance alta: i ricavi devono essere altrettanto alti per sostenere la continuità sportiva, non economica. Se i ricavi non superano i costi bisogna operare anche nella vendita di calciatori, con costi meno alti si è meno competitivi. Una riduzione di ricavi come la mancata partecipazione alla Champions League implica una riduzione dei costi, scelte più complesse, che mantengano la continuità. I costi saranno sempre al limite. Siamo orgogliosi di commentare un record di ricavi della società». L’assioma, quindi, è: sarà così ogni anno, costi alti per avere ricavi alti e rimanere competitivi in tutte le competizioni.
C’è «la soddisfazione di avere una rosa competitiva ma anche un valore crescente della società. Una società che esporta il brand e aumenta i ricavi indica una crescita di valore». Un passaggio Baldissoni lo dedica anche alla Roma B, la seconda squadra di giovani: «Sulla partecipazione della seconda squadra, la riteniamo essenziale per completare il percorso dei giovani avanti ad affacciarsi nella prima squadra. Non abbiamo partecipato perchè c’era un’incertezza regolamentare. Nell’incertezza abbiamo ritenuto più opportuno aderire all’iniziativa avendo il tempo di prepararla in maniera adeguata, cosa che non c’è stata possibile nell’anno in corso».