Palla al Comune. Non ci sono equivoci, né contraddizioni secondo la Regione Lazio. Sullo stadio della Roma la responsabilità politica, e quindi la decisione nel merito del progetto, spetterà a Virginia Raggi e alla sua giunta, guidata in questa discussione dall’assessore Paolo Berdini.
SHOWDOWN – Dopo due giorni di dibattiti, è intervenuto il governatore Nicola Zingaretti per ribadire il punto di vista della Regione, che ospita la conferenza dei servizi: «La Regione sta andando avanti nella trasparenza. Ma il Comune decida cosa vuole fare» ha scritto sul profilo Twitter, riassumendo la posizione che l’assessore regionale Michele Civita aveva esplicitato un paio di ore prima. «Se l’assessore Berdini e la giunta di Roma Capitale ritengono che non vi sia il riconoscimento dell’interesse pubblico sul nuovo stadio della Roma – ha scritto in una nota – hanno nelle loro mani la possibilità, anzi il dovere, di fermare il complesso iter di verifica dei corposi progetti presentati, evitando spreco di tempo e di risorse pubbliche. Le continue e contraddittorie dichiarazioni producono solo polemiche e confusione. La Regione Lazio come è ovvio, ma in questo caso va sottolineato, opera solo sulla base degli atti formali che Roma Capitale trasmette».
DIALETTICA – Approfondiamo: la Regione non può e non vuole riconoscere la paternità di una decisione politica sul progetto Tor Di Valle. La conferenza dei servizi, che deve chiudere i suoi lavori entro il 6 marzo, è stata aperta «in trasparenza» nei termini stabiliti dalla legge, con la Regione padrona di casa e garante, ma finché il Comune non si esprimerà chiaramente sulla conformità del dossier rispetto al pubblico interesse, anche chiedendo (come è prevedibile) modifiche sostanziali, lo stadio rimarrà sospeso in un limbo spazio-temporale. La giunta Raggi per ora ha rimandato il problema ma di fronte alle sollecitazioni della Regione dovrà uscire allo scoperto. E Pallotta? Osserva senza poter intervenire: a questo punto il futuro dell’iter è nelle mani dei Cinquestelle.