Il punto di domanda è solo uno: a Mosca ci sarà andato Dzekill o Mr.Hyde? Lo capiamo, è difficile scherzare sulle misteriose prestazioni di Edin Dzeko, capace di deludere parecchio in campionato (solo 2 gol in 10 partite) e — contem poraneamente — di essere in sieme a Messi capocannoniere in Champions League (5 gol in 3 gare). Ma basteranno le solite tenebre europee per risvegliarlo, visto che degli 80 gol in giallorosso ne ha segnati ben 58 in partite con l’illuminazione artificiale?
A chi gli chiede se sia diventato più cattivo, il centravanti bosniaco risponde con un sorriso. «Sono ancora buono, non vi preoccupate (ride, ndr), ma sicuramente avere più cattiveria in campo è una cosa diversa. Nessuno forse pensa al fatto che non mi faccia piacere perdere. Sono così: sono nervoso anche per questo. Ovviamente non è stato l’inizio di campionato che volevamo, e vale anche per me, ma non mi piace mai la sconfitta. Come mi dice sempre Di Francesco, quando perdo la testa, perdo 5-10 minuti, il che è la verità, però quando mi arrabbio mi fa anche bene, perché poi c’è un’altra forza che arriva dentro e mi fa bene». Soprattutto in Europa, verrebbe da dire, viste le sue difficoltà in Serie A. «Ma il campionato a volte è più difficile, perché il calcio italiano cura di più la fase difensiva ed è più tattico. Comunque io ho motivazioni e responsabilità. I gol li devo fare, sono il primo responsabile, quando non li faccio sono il primo io a non essere contento di me stesso. Ultimamente segno più in Champions e molto meno in Serie A, ovviamente devo migliorare anche io perché ho sbagliato qualche occasione di troppo. Quando sbaglio sono il primo a non essere contento, però non guardo indietro». Il presente quindi è il Cska. «È una squadra molto giovane, ma che sa vincere le grandi partite, come ab biamo visto contro il Real Madrid. Quindi sicuramente dovremo dare il nostro meglio per ottenere un risultato positivo».