(CONFERENZA STAMPA) Durante la partita si è sbracciato molto, come se i suoi giocatori non recepissero le indicazioni che lei dava in campo…
“No no, recepiscono eccome. E’ il contrario, mi dia retta. E poi lo recepiscono meglio anche dopo. Devono recepire il messaggio: bisogna andare a chiudere le partite. Che è quello che voglio dalla mia squadra: non accontentarsi quando le cose si mettono in un determinato modo. Non è facile contro una squadra che qui in casa ha battuto il Real Madrid. Una squadra che ha giovani di gamba, che ha entusiasmo, che ha gamba quando si tratta di attaccare e di prendere spazi tra le linee. Non era una partita facil, secondo me, ma da dopo quel vantaggio lì nella squadra matura il fatto che siamo noi, con le esperienza in più che abbiamo in campo, a dover andare a chiudere la partita. Non mi accontento di questo risultato, anche se si tratta comunque di un risultato importante. Era quello che volevo da loro, anche se si è scherzato un po’ troppo e questo non si deve fare. Si deve crescere, abbiamo scherzato fin troppo in tante partite. I miei ragazzi devono capire che devono recepire. Lo dico anche pubblicamente”.
Le sostituzioni forse hanno dato questo messaggio alla squadra? “Kluivert rientrava da un infortunio e non era più lucido, Ünder è ugualmente un attaccante, i primi due cambi sono stati di ruolo. Solo negli ultimi cinque minuti ho messo Juan Jesus perché loro puntavano sulle palle lunghe. Volevo vincere la partita ma senza andare a fare troppo il presuntuoso”.
Come mai questa squadra ha la tendenza ad accontentarsi? “Tendiamo a gestire, ma non vuol dire fare sette palle orizzontali e darla al portiere. Dobbiamo dare dei segnali, questa è una partita da vincere con maggiore convinzione. Voglio di più, forse pretendo troppo, non lo so, ma voglio di più, punto e basta”.
Cosa è cambiato rispetto alla prima partita a Roma? “Giocavamo a Mosca, in un clima differente e con tanti spettatori a favore loro. All’andata l’abbiamo chiusa prima, qui abbiamo bisogno dell’espulsione che comunque è arrivata per merito delle nostre verticalizzazioni anche se si era indirizzata subito bene”.