L’avvocato Dario Canovi, storico procuratore di calcio e scopritore di Patrik Schick, è intervenuto questa mattina nell’ultima diretta de Il Romanista Tv per parlare del momento del numero 14 giallorosso, e non solo. Ecco le sue parole:
Come valuta la prestazione di ieri di Schick? “Secondo me lui deve riacquistare la fiducia in sé stesso. Soprattutto all’inizio ha fatto degli errori che non sono da Schick, poi pian piano si è ripreso e ha capito che aveva una possibilità importante per dimostrare che è un giocatore importante ed è cresciuto. Il gol gli ha ridato fiducia e entusiasmo che ultimamente non aveva dimostrato”.
Come vive la rivalità con Dzeko? “Vorrei precisare una cosa, avete detto giustamente che io sono stato il primo a capire quanto fosse bravo, ma non sono mai stato il suo agente, l’ho incontrato solo una volta ma solo di sfuggita e non posso dire psicologicamente quali siano i suoi problemi. Posso dire solo quello che vedo, ma non quello che so perché appunto non lo so. Lui è un giocatore giovane e ogni volta il dover dimostrare di essere uno che vale quanto è stato pagato non è un’impresa facile. Ogni gara per lui è un esame, ha bisogno di una serie di partite per poter dimostrare chi è veramente Schick. Avere un giocatore come Dzeko davanti non facilita tutto e lo rende quasi impossibile. Ieri dopo pochi minuti ha fatto un errore non da giocatore tecnicamente importante come lui”.
Tornando al passato, cosa l’ha impressionato di più di lui ai tempi dello Sparta Praga? “Prima di tutto trovare un giocatore che unisce la tecnica individuale ad un fisico così imponente non è facile. Sapeva sia fare assist che fare gol. Alla Sampdoria aveva giocato partendo da destra e facendo quasi la seconda punta e non è un attaccante esterno. È un giocatore che unisce un fisico importante a una tecnica importante. Non da adesso ma da quando aveva 16 anni”.
Come mai in quell’estate andò alla Sampdoria e non alla Roma il calciatore? “Nella trattativa con la Samp io non sono intervenuto, avevo il mandato per l’Italia ma non fui io a proporlo alla Samp. Forse sono fatto sbagliato, ma è mia abitudine parlare con una sola squadra alla volta, se propongo un giocatore ad un club spero di portarlo alla conclusione. In quel momento la Roma doveva coprire un buco di bilancio negativo a fine giugno e non poteva impegnarsi in quella trattativa. Fu solo una questione economica. Quando siamo andati a parlare con Sabatini dopo 5 minuti disse “si fa” poi purtroppo le condizioni economiche della Roma impedivano la trattativa. Si parlava di 4,5 milioni e la loro proposta di pagamento rateale venne rifiutata dallo Sparta Praga, che accettò invece l’offerta della Sampdoria”.
PER LEGGERE L’ARTICOLO COMPLETO CLICCARE QUI